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Autore: Hiram

Il linguaggio del corpo

Non è la mente che va in collera né il corpo che colpisce: è l’individuo nella sua totalità che si esprime.

La psicoanalisi così com’è praticata si limita a studiare il disturbo emotivo e spesso lascia paziente e analista insoddisfatti: manca l’anello che congiunge turbe emozionali e fisicità. Lowen ci introduce alle teorie e alle tecniche bioenergetiche e codifica il “linguaggio del corpo”. Nelle posture e nell’atteggiamento che assume in ogni suo gesto, il corpo parla infatti un linguaggio che trascende l’espressione verbale. L’osservazione delle diverse reazioni corporee e delle emozioni a esse collegate può diventare uno strumento altrettanto valido dei sogni, dei lapsus e della libera associazione. Non è la mente che va in collera né il corpo che colpisce: è l’individuo nella sua totalità che si esprime.

Il dono del silenzio

Viviamo alla continua ricerca della felicità, e nella corsa senza sosta per raggiungerla non ci accorgiamo delle straordinarie meraviglie di cui è già ricco il mondo attorno a noi. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante la bellezza ci chiama, ma raramente ci poniamo in ascolto. Perché per avvertire la sua voce e poterle rispondere è necessaria una condizione divenuta rara: il silenzio. In questo piccolo libro, il monaco buddhista Thich Nhat Hanh ci mostra il percorso da intraprendere per superare la gabbia di rumore che ci circonda privandoci della libertà, e ci indica un sentiero di pace tra i luoghi più confusi e caotici della nostra mente. “Il dono del silenzio” ci permette così di ristabilire, dentro di noi, quell’ordine e quella serenità in grado di farci guardare in profondo ciò che ci circonda, per comprendere chi siamo realmente e cosa davvero vogliamo dalla nostra vita.

Il Metodo

I pazienti che intraprendono un percorso di psicoterapia lamentano in particolare un fatto: prima che nella loro vita si possa registrare un qualsiasi cambiamento si deve attendere per un tempo che pare interminabile.
Il Metodo offre finalmente una risposta a questa frustrazione. Quando il presente e il futuro prossimo ci procurano ansia, preoccupazione e dolore, è inutile cercarne le cause nel passato, come fa il modello tradizionale di intervento psicologico.
Phil Stutz e Barry Michels hanno invece sviluppato un insieme di tecniche semplici e innovative per passare immediatamente e in poco tempo all’azione. Le hanno chiamate “The Tools”, gli Strumenti, e rappresentano la chiave che permette a chiunque di far leva sui propri problemi per accedere all’immenso potere delle risorse interiori.
Gli ostacoli si trasformano così in opportunità, con risultati sorprendenti: grazie a veloci esercizi pratici, si ritrova il coraggio, si supera la paura, si rafforza l’autostima, si riesce a esprimere veramente il proprio essere e si diventa più creativi.

D’amore ci si ammala, d’amore si guarisce

Ti ha lasciato senza un perché e ora ti pare che nulla abbia più senso? La tua vita di coppia è una gabbia e non sai come uscirne? Perché “collezioni” partner che si rivelano, puntualmente, la persona sbagliata per te? È possibile stare bene ed essere pienamente appagati anche da single?

In una società in rapido cambiamento, il bisogno di capire e navigare nell’intricato mondo dell’amore è divenuto più cruciale che mai. Il libro «D’amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» emerge come una fonte di inesauribile saggezza e guida nel complesso panorama dei legami affettivi a partire dalla relazione che instauriamo inconsapevolmente con noi stessi, offrendo un rifugio di comprensione profonda e momenti di delicata introspezione.
Questo non è solo un libro, ma un viaggio immersivo nel mondo dell’affettività, dell’autocomprensione e della guarigione di quelle ferite che spesso ignoriamo, invisibili agli occhi ma i cui effetti sono tangibili nel nostro vivere quotidiano.
L’approccio neuroscientifico usato dalle autrici, unico nel panorama italiano, elimina la barriera che separa “mente” e “corpo” e ogni capitolo ci ricorda che le emozioni sono corporee e che il bisogno d’amore che spesso domina la nostra vita è geneticamente programmato e figlio del più ancestrale istinto di sopravvivenza.
Il libro descrive lo sviluppo psicoaffettivo dell’essere umano dall’infanzia fino all’età adulta, mettendo in evidenza tutto ciò che poteva andare storto e rivelando anche meccanismi come l’innamoramento e l’attrazione: non più misteriosi ma diretta conseguenza delle nostre esperienze passate.
Come nel precedente bestseller «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», anche con questo libro, le fondatrici di Psicoadvisor forniscono utili strumenti da utilizzare nel concreto del proprio vivere.

Guarire d’amore

Un uomo che non riesce a controllare i suoi impulsi sessuali; una donna ossessionata da un amore divorante, finito ormai da otto anni; un brillante scienziato che si convince di essere un impostore; una ragazza che rivela un’insospettata doppia personalità; un uomo d’affari che non trova il coraggio di liberarsi di un pacco di lettere ingiallite… Sono i protagonisti delle storie di psicoterapia in cui Irvin Yalom ha condensato le sue esperienze e riflessioni sulle radici profonde del disagio esistenziale: pagine appassionate e brillanti, ricche di emozioni e di idee, sempre illuminate da una sorprendente sincerità.

L’esperienza terapeutica vi appare come una specie di avventura, e analista e paziente sono raffigurati come compagni di viaggio: la guarigione del paziente deve indurre il terapeuta a mettere in gioco tutte le sue carte senza barare. La coinvolgente narrazione di questi incontri ci aiuta a riconoscere e a tenere a bada i nostri aspetti più oscuri: nell’intreccio di paure, ansie, solitudini e ossessioni è impossibile sentirsi soltanto un osservatore distaccato.

Il respiro dell’anima

Il respiro dell’anima

Il nostro modo naturale di respirare viene spesso modificato dai ritmi di una vita affannata che non conosce pause, nonché dalla nostra incapacità di dominare ansie, stress, frustrazioni, angosce: mali talmente radicati in noi da sembrare inestirpabili. Così il nostro respiro perde la sua funzione rigeneratrice, non è più un sollievo, un atto spontaneo e liberatorio, è invece il prigioniero di una sorta di corazza costituita da muscoli respiratori irrigiditi. Coniugando perfettamente teoria e pratica Falzoni accompagna il lettore in un cammino che ha come punto d’arrivo la respirazione liberatoria capace di rilassare, donare energia fisica e interiore, purificare.

Il “Respiro dell’Anima” è dunque consigliato soprattutto a quelle persone che soffrono di stati depressivi, insicurezza, nervosismo, ansia, ma anche a tutti coloro che ritengono sia giunto il momento di prendere in mano le redini della propria vita per trovare pace e serenità.

Amore e disamore. Risolvere drammi e conflitti nelle coppie

Cosa sarebbe la vita senza amore? Non siamo per fortuna in grado di dare una risposta perché l’amore prima o poi compare e si incarna, di solito, nella vita di coppia. Tutte le vicende amorose sono per loro natura instabili, capricciose, inafferrabili e può succedere che questo magnifico incantesimo dell’amarsi e del condividere si trasformi, d’un tratto, in un maleficio, in un disamore. Le pene che ci procura il lato oscuro dell’amore sono tra le più difficili da affrontare e lo sanno bene i poeti, gli scrittori, i musicisti che da sempre hanno dato voce al dolore degli amanti. Ma non per questo dobbiamo abbandonare la speranza di trovare un po’ di pace e di felicità: in questo libro si racconta di tante coppie che, perduto il loro equilibrio, lo hanno ritrovato grazie all’aiuto di una terapia psicologica mirata a ricostruire l’armonia perduta o, se l’amore era ormai esaurito, a separarsi con dignità. Ci vuole solo il coraggio di portare la propria vicenda nello studio del terapeuta: Giorgio Nardone e la sua équipe proveranno a mettere ordine nel copione del dramma, ridistribuendo i ruoli e aiutando a scrivere il finale che più si addice all’amore che abbiamo con tanta cura messo in scena.

DIAGNOSI OLISTICA: UN MODELLO UNITARIO di Claudio De Santi

Il presupposto di partenza di questa ricerca nasce da una sempre più pressante esigenza di sviluppare una metodologia diagnostica più sistematica nei confronti delle terapie che agiscono sul livello energetico delle persone. Fino ad oggi l’attenzione maggiore nel campo diagnostico è stata rivolta agli aspetti più tangibili e misurabili della persona, ed ha sviluppato una medicina chimica estremamente specialistica e settorializzata molto distante da come realmente funziona il vivente. Le ricerche più recenti nei campi della fisica, della biologia e delle terapie psicocorporee hanno sempre più evidenziato che la forma corporea sulla quale interferisce il farmaco chimico è in realtà una rete fittissima di informazioni che danno una forma unica ed irripetibile alla persona.

Ora, per quanti operano nei campi delle terapie energetiche, il punto è come cogliere la struttura che connette le informazioni caratteristiche ed uniche di quell’individuo e come riequilibrare le alterazioni dell’informazione che generano uno o più sintomi: in altre parole come fare diagnosi e terapia energetica olistica.

Il punto di partenza è che l’uomo ha la possibilità di vivere in modo fluido e libero la sua energia senza blocchi né condizionamenti. Diciamo che questo è il modello ideale. Quello che in realtà succede è che fin dalla nascita è costretto a subire ogni sorta di modificazione dell’informazione originaria, propria ed unica creando degli ingorghi del flusso energetico/informativo, che sono stati classificati in vari modi. Quello che mi è sembrato interessante è che le varie classificazioni si sovrappongono in modo impressionante dandoci la forte sensazione che le leggi che regolano tali forze siano universali e riproducibili con grande scientificità.

I modelli a cui mi sono riferito e che uso nella mia pratica quotidiana, sono quelli dell’Omeopatia, della Bioenergetica (Lowen), dell’Iridologia (Rizzi) e dell’Elettrofotografia Kirlian (Mandel). Il mio sforzo è quello di trovare tecniche diagnostiche che siano facilmente applicabili in qualsiasi ambulatorio e che non richiedano tempi troppo lunghi. L’anamnesi omeopatica e quella bioenergetica possono essere fatte assieme nella stessa sessione e rappresentano l’esame verbale ed obiettivo della persona. L’Iridologia richiede il tempo di una fotografia ed è un ottimo screening attuale e proiettivo per seguire malattie croniche. La foto Kirlian richiede anch’essa il tempo di un’esposizione fotografica ed è un esame del ‘qui ed ora’ dell’energia della persona.

Descriviamo ora in sintesi i principali modelli utilizzati dalle differenti scuole.

L’OMEOPATIA propone cinque diatesi (predisposizioni) come valutazione dei pattern di tendenza a reagire ed ammalare in un certo modo, o, in altre parole, come alterazione dell’informazione base di salute che sono, nell’ordine: la PSORA, il TUBERCOLINISMO, la LUE, la SICOSI, il CANCERINISMO. Dico nell’ordine perché rappresentano una modalità di approfondimento patologico dal centro alla periferia, dall’ordine al caos.

La PSORA è una biopatia che origina nella sfera della relazione del soggetto, come incapacità a sostenere il rapporto col mondo esterno. Vi è una insufficienza energetica che può essere da produzione o da utilizzazione dell’energia prodotta.

Le caratteristiche principali sono: le alternanze morbose e la periodicità; le complicazioni in seguito a soppressione farmacologica; l’intestino che non funziona bene, la termoregolazione alterata; il tropismo cutaneo della sintomatologia; l’astenia; il prurito; la facilità alle parassitosi; la puzza delle escrezioni e secrezioni; l’alternanza tra fame e vuoti di stomaco.

Il TUBERCOLINISMO è un’alterata modalità reattiva alla tossina tubercolinica con una impregnazione che prevalentemente coinvolge l’apparato respiratorio generando un comportamento distonico che usa la malattia come mezzo per accattivarsi l’attenzione degli altri ed usarli a suo piacimento. E’ una variante della psora, anche se a sé stante. Le caratteristiche principali sono: presenza del batterio (B.K.) o antecedenti tubercolotici; ipersensibilità nervosa; iperpiressia; congestione venosa periferica; variabilità dei sintomi; tropismo mucoso e sieroso; dimagramento; freddolosità; stitichezza; demineralizzazione.

La LUE si instaura in seguito all’azione di agenti morbosi che creano reazioni simili a quelle del treponema: alcune carenze igenico-dietetiche; infezioni che provocano forme acute o subacute a livello di ghiandole e ossa; l’alcolismo, l’intossicazione da mercurio ed altri metalli pesanti. E’ l’utilizzo autodistruttivo della propria energia. I sintomi capitali sono: antecedenti (lue, alcolismo, aborti ripetuti); antecedenti personali (convulsioni infantili, crescita ritardata); necessità di lavarsi le mani a ripetizione; ritardo mentale; peggioramento notturno; peggioramento al mare; necessità di tenere in mano sempre qualcosa; crescita difettosa; dolore insopportabile alla percussione dell’osso; asimmetria nelle morfologia.

La SICOSI è una reticolo-endoteliosi cronica con tropismo elettivo all’apparato genito-urinario e al naso. E’ caratterizzata da secrezioni mucopurulente e da proliferazione cutanea che rispetta però la struttura cellulare. E’ l’utilizzo in senso proliferativo dell’energia: ipertrofia del tessuto, ipertrofia dell’ego. I segni principali sono: brutte reazioni a farmaci, vaccinazioni e sieri; miglioramento col tempo secco e movimento lento; mentalità depressiva con idee ossessive; ritenzione idrica dolorosa; tendenza alle produzioni benigne; peggioramento con l’umidità; dolori spasmodici; pallore più o meno cronico senza anemia; sudori particolari; infezioni persistenti genito-urinarie e ORL.

Il CANCERINISMO, da non confondere col carcinoma, è una grave impregnazione polidiatesica (psora + tubercolinismo + lue + sicosi). In essa esiste una familiarità di forme tumorali maligne, turbe psichiche gravi, anarchia energetica. Il soggetto perde il proprio olismo, si divide in pezzi ed ogni livello esistenziale si comporta come se fosse separato dagli altri. In tutti i casi più gravi, c’è rassegnazione alla vita per lo più inconscia.

La BIOENERGETICA propone anch’essa cinque tipologie caratteriali derivanti dalla similitudine fisica degli individui con esperienze infantili simili, dall’analogo rapporto figlio/genitore e dall’età nella quale si sono fatte le prime esperienze traumatiche. Nell’ordine cronologico di comparsa sono: lo SCHIZOIDE, l’ORALE, lo PSICOPATICO, il MASOCHISTA, il RIGIDO.

La struttura SCHIZOIDE ha avuto una interruzione nei flusso dell’energia vitale in fase prenatale o alla nascita. La causa del trauma è una madre ostile o un trauma natale. .La debolezza o difetto principale è la paura che è anche il disturbo dominante. La sessualità è volta a fornire un senso di collegamento alla forza vitale. Rivendica il diritto di esistere e la difesa energetica naturale è quella di ritirarsi dal mondo quando si trova di fronte ad una situazione che avverte come minacciosa. Per compensare questo, cerca di “tenersi insieme” a livello della personalità. Nutre l’intento negativo di dividersi creando il paradosso “esistere significa morire”. Questa persona ha bisogno di rafforzare i confini secondo i quali definisce sé stesso ed aumentare la propria forza nel mondo fisico.

La struttura ORALE ha avuto una interruzione dell’energia vitale durante l’alimentazione nella prima infanzia. La causa è l’abbandono della madre per morte, malattia o perché si ritrae da lui. La debolezza principale è l’avidità. Soffre della privazione, si sente vuoto dentro e non vuole assumersi responsabilità. Il corpo è poco sviluppato con stanchezza improvvisa. La sessualità è rivolta alla vicinanza, al contatto, al calore. Rivendica il diritto di essere alimentato ed esaudito e la difesa energetica naturale è quella di aggrapparsi agli altri perché ha paura di essere abbandonato. Per compensare questo cerca sostegno all’esterno, aggrappandosi. Il suo intento negativo sarà: “farò si che tu mi dia ciò di cui ho bisogno” o “nego di avere bisogno”. In questo modo si sviluppa il dilemma: “se sono io a chiederlo, non è amore; se non lo chiedo non lo otterrò”. Questa persona ha bisogno di sviluppare bisogni propri e reggersi sulle proprie gambe.

La struttura PSICOPATICA ha avuto una interruzione dell’energia vitale nella prima infanzia. La causa è l’atteggiamento velatamente seduttivo del genitore di sesso opposto che, volendo qualche cosa dal bambino, ha creato una difficoltà ad ottenere il sostegno del genitore dello stesso sesso. Il bambino, schieratosi dalla parte del genitore del sesso opposto, non ottiene ciò di cui ha bisogno, si sente tradito e compensa manipolando il genitore. La debolezza principale è l’insincerità. Il disturbo dominante è un senso di fallimento: vuole vincere. Spesso la sessualità è di tipo ostile, accompagnata da molte fantasie anche omosessuali. E’ dilaniato tra la sua dipendenza dagli altri ed il bisogno di controllarli. Teme di essere lui stesso controllato e usato e di essere messo nella posizione della vittima, cosa che per lui è assolutamente umiliante (atteggiamento paranoide). Cerca di non esprimere i suoi bisogni facendo in modo che gli altri abbiano bisogno di lui. L’intento negativo è “sia fatta la mia volontà” creando così il dilemma “devo avere ragione altrimenti muoio”. Questa persona deve imparare ad avere fiducia.

La struttura MASOCHISTA ha avuto una interruzione dell’energia vitale nella fase dell’autonomia. La causa è una madre oppressiva e votata al sacrificio che giungeva a controllare le funzioni del bambino connesse con alimentazione ed evacuazione. La debolezza principale è l’odio. Il disturbo dominante è la tensione. Può essere impotente e provare una forte attrazione per la pornografia. La donna è talvolta anorgasmica sentendo la propria sessualità come poco pulita. Tutti i tentativi di resistere alla fortissima pressione esterna sono stati repressi e la reazione dinamica a tutto questo è stata di trattenere dentro di sé i sentimenti e la creatività. In termini negativi questa persona soffre, piagnucola e si lamenta: sembra sottomessa esteriormente, ma in realtà non si sottomette mai. Il suo intento negativo inconscio è di rimanere bloccato e di “amare la negatività”. Questo conduce al dilemma: “se mi arrabbio sarò umiliato; se non mi arrabbio sarò umiliato ugualmente”. Questa persona ha bisogno di affermarsi, di essere libero, di aprirsi a connessioni spirituali.

La struttura RIGIDA ha avuto una interruzione dell’energia vitale durante lo sviluppo. La causa è il rifiuto sessuale del genitore di sesso opposto, vissuto come tradimento d’amore perché per il bambino, il piacere erotico, la sessualità e l’amore sono la stessa cosa. La debolezza principale è l’orgoglio che viene ferito dal rifiuto sessuale. Il disturbo dominante che lamenta è l’assenza di sentimenti. In termini psicodinamici, il tipo rigido reprime sentimenti ed azioni per non apparire sciocco. La sessualità è spesso associata al disprezzo. Vorrebbe abbandonarsi ai sentimenti, ma ritiene che questo gli farebbe soltanto del male, così il suo intento negativo è “non mi arrendo”. Privilegia il sesso rispetto all’amore, ma ciò non lo soddisfa. Si trova impigliato nel dilemma: “entrambe le scelte sono sbagliate”. Il tipo rigido non cerca di soddisfare direttamente i propri bisogni,. ma usa la manipolazione per ottenere ciò che vuole. Questa persona ha bisogno di connettere il cuore coi genitali.

L’IRIDOLOGIA è una indagine diagnostica che si avvale delle informazioni inscritte nella trama dell’iride. Non è stato mai fatto un lavoro di ricerca che valuti le caratteristiche caratteriali attraverso l’iride, mentre vi è già molto materiale per la determinazione del Simillimum omeopatico attraverso l’iride. Secondo me, nell’ipotesi di lavoro che sto seguendo, esistono delle caratteristiche generali dell’iride che rispecchiano in modo realistico le caratteristiche strutturali fisiche del carattere bioenergetico. Naturalmente, come in tutti i modelli, è difficile trovare una trama pura, come è difficile trovare un carattere puro. Esaminare questo aspetto dell’iride permette di conoscere il carattere dominante e chiarisce come iniziare il trattamento terapeutico.

Quelle che descriverò sono le caratteristiche più grossolane e man mano che la ricerca continua, altre informazioni emergono. Sono benvenute tutte le notizie o ricerche in tal senso.

L’iride del tipo ORALE ha come caratteristica dominante la presenza di larghe lacune chiuse che partono dal margine della corona. La zona corrispondente nella mappa è quella delle ghiandole endocrine che sono in stretta correlazione col sistema neurovegetativo rappresentato dal margine della corona (tizzi). Chiamerò quest’iride LACUNOSA.

L’iride del tipo PSICOPATICO è caratterizzata da una serie di inspessimenti della trama irica che contornano delle lacune aperte. L’impressione generale è di un disegno tentacolare dato dall’esplosione delle lacune. La chiamerò per questo iride TENTACOLARE.

Nell’iride del tipo MASOCHISTA si notano: nelle iridi scure una serie di buchi lungo il margine esterno (orlo irideo interno) come se mancasse il tessuto irideo; uno sfrangiamento della trama periferica nelle iridi chiare. Chiamerà quest’iride BUCHERELLATA.

L’iride del tipo RIGIDO presenta una regolarità quasi ossessiva della trama con lacune scarse o nulle. La chiamerò COMPATTA.

Infine l’iride del tipo SCHIZOIDE presenta un po’ tutte le caratteristiche suddette con un disegno anarchico delle fibre, lacune aperte e chiuse ed una sensazione di scarsa armonia del tutto. Chiamerò quest’iride CAOTICA.

L’ELETTROFOTOGRAFIA KIRLIAN secondo P. Mandel si basa sul principio che se la bioenergia negli individui rappresenta informazione, allora la corrente energetica normale, in armonia, dovrebbe essere un segno di normale funzione cellulare. Poiché l’energia può mai scorrere in una direzione, ma obbedisce alle leggi della polarità, si assume che si realizza un ritmo di accoppiamento tra energia e cellule e viceversa. Se per qualsiasi ragione l’energia cambia e perde l’equilibrio ritmico pulsante, anche la funzione delle cellule deve cambiare. La polarità è sempre presente in qualche forma, e quindi le alterazioni cellulari influenzano le informazioni ottenute dalla bioenergia.

Questa struttura informazionale polare di tutti gli organismi viventi è all’origine di tutte le informazioni ottenute attraverso l’interpretazione delle foto ad alta frequenza. Questo metodo è stato chiamato da Mandel “Analisi delle. emissioni di energia (EEA)” ed è stato verificato dall’osservazione di oltre 800.000 casi. La parola `energia’ è usata perché questo metodo è basato sul fenomeno dell’energia informativa e perché i punti iniziali e terminali dei meridiani dell’agopuntura classica e dei meridiani dell’elettroagopuntura descritti da Voll che si trovano all’estremità delle dita delle mani e dei piedi emettono energia e sono in questo modo analizzati. La malattia clinica mente manifesta è rappresentata topograficamente nei settori organici delle foto EEA e la struttura di fenomeno offre una esatta informazione rispetto allo stadio di sviluppo della malattia: ciò è di estrema importanza profilattica. Una analisi qualitativa dell’emissione dà una generale interpretazione dell’intera fotografia. Mandel ha differenziato tre qualità d’emissione: la qualità ENDOCRINA, la TOSSICA e la DEGENERATIVA che danno l’idea preliminare sul tipo di disinformazione energetica che possiede l’organismo:

La qualità ENDOCRINA compare quando c’è una debolezza di uno o più organi appartenenti all’asse endocrino e questo deficit parziale colpisce l’intero sistema di coordinamento dell’organismo. L’emissione endocrina è correlata con tutte le malattie classificate come vegetative o funzionali. Tutti gli stati di malattia originano dal sistema endocrino. Questi sono proiettati sull’asse causale endocrino (ipofisi/ gonadi) senza particolare connessione coi sintomi del paziente.

La qualità TOSSICA deriva da specifici fenomeni anomali di emissione, come forti punti di perturbazione della corrente energetica. Rappresentano aggressione, intossicazione o infezione di un particolare settore organico. Illustrano anche la capacità reattiva del corpo a rigenerare.

La qualità DEGENERATIVA, da non confondere col danno cellulare degenerativo, è caratterizzata da un incremento massivo e concentrato di energia nell’intera foto. E’ un segno che può comparire anche nelle malattie degenerative. In generale suggerisce malattie di natura degenerativa come arteriosclerosi malattie reumatiche, gotta, degenerazione degli organi. Rappresenta la rigidità del sistema energetico informativo.

Le strutture di emissione sono dipendenti dallo stato momentaneo dell’individuo e cambiano col tempo. Questa classificazione dà la possibilità di riflettere sullo stato e sul gruppo di malattie al quale il paziente appartiene.

Proposta di un modello olistico/unitario

Nella descrizione dei modelli, appaiono già chiare le linee di confronto. L’aspetto affascinante è che da dovunque si parta nella valutazione energetico-informativa del vivente, è possibile raccogliere le informazione di tutto l’organismo, confermando sia l’antico adagio ‘nel tutto c’è la parte e nella parte c’è il tutto’, sia le più recenti scoperte nel campo dell’ologramma.

Vediamo allora che diatesi psorica, carattere orale, iride lacunosa, EEA endocrina sono solo diversi aspetti di uno stesso individuo. Lo stesso per la diatesi tubercolinica, il carattere psicopatico, l’iride tentacolare, l’EEA endocrina; per la diatesi luetica, il carattere masochista, l’iride bucherellata, l’EEA tossica; per la diatesi sicotica, il carattere rigido, l’iride compatta, l’eea degenerativa; per la diatesi cancerinica, il carattere schizoide, l’iride caotica, l’EEA degenerativa .

In questo modo è come poter vedere tridimensionalmente il paziente nella sua globalità avendo a disposizione strumenti diagnostici che inquadrino sempre meglio il modo con cui l’informazione viene trasmessa e mette in forma la persona che abbiamo davanti. La BIOENERGETICA permette di valutare come muscoli e tessuto connettivo hanno originato una particolare struttura caratteristica fissando i traumi dell’infanzia in una particolare postura. Il linguaggio del corpo diventa una indispensabile espansione della semeiotica classica nella valutazione olistica del paziente. La DIATESI OMEOPATICA indica le linee di tendenza verso cui, in una data struttura caratteriale, si può sviluppare la sintomatologia clinica. I sintomi generali del paziente, un importante elemento di valutazione per la somministrazione del rimedio omeopatico, sono correlabili con una particolare struttura per cui, in base a considerazioni di tipo genetico ed embriologico, è possibile determinare che una certa sintomatologia è più probabile accada in una certa struttura caratteriale. Questa correlazione dà fondamentali apporti per la determinazione più precisa del Simillimum soprattutto perché introduce la psicologia del profondo nella valutazione omeopatica. Questa, pur essendo presente nei prooving che già Hahnemann faceva, non poteva essere considerata appieno perché Freud non era ancora nato. L’Omeopatia è una terapia multidimensionale che si presta ad essere utilizzata a seconda delle conoscenze del medico che la sommi Potenzialmente ha una possibilità di interazione con1’informazione d base dell’organismo vivente, veramente olistica. Per far si che questa potenzialità venga totalmente espressa, è necessaria una diagnosi altrettanto olistica. E’ a questo punto che IRIDOLOGIA ed EEA possono venire validamente in aiuto. Entrambi i metodi forniscono la possibilità di un archivio e di confrontare successivamente i dati valutare l’andamento terapeutico. I due metodi si differenziano, e questo sono complementari, rispetto ai tempi di valutazione dell’informazione energetica: più strutturata e più lenta nell’iride, più dell’immediato e veloce nell’EEA. L’iride è più connessa con le modificazioni strutturali dell’organismo vivente, quindi più con la bioenergetica, mentre si può immediatamente osservare l’effetto della somministrazione di un rimedio omeopatico o di un qualsiasi intervento energetico mediante EEA. In questa direzione che la mia ricerca in questo momento è rivolta a cogliere sempre più informazioni sulle correlazioni tra iridologia e bioenergetica. L’energia che mette in forma l’iride è la stessa che informa e dà forma alla struttura fisica le connessioni non mancano. Per esempio, l’iride LACUNOSA presenta caratteristiche che interessano il sistema endocrino. L’energia che dà forma a quella trama, si trova in carenza proprio nella zona immediatamente adiacente alla corona, che è la zona di proiezione delle ghiandole endocrine. La stessa energia, bloccata in parte durante il periodo dell’allattamento, informa il livello emozionale della carenza affettiva che viene registrata da muscoli e tessuto connettivo originando la postura della tipologia ORALE. Possiamo fare un accostamento analogico con le ghiandole endocrine: queste sono le responsabili del buon funzionamento metabolico dell’organismo, sono centri di smistamento energetico e fisiologico. La privazione che ha subito l’ORALE lo rende incapace di assumersi responsabilità, ed è quello che accade alle ghiandole: non avendo ricevuto una informazione corretta, esprimono il loro disagio attraverso una sintomatologia, registrata dalla diatesi PSORICA, che per la maggior parte è legata ad alterazioni di tipo endocrino e neurovegetativo. La correlazione con l’EEA ENDOCRINA è ancora più evidente, perché è l’unica emissione ad avere delle carenze che vengono interpretate come alterazioni endocrine e neurovegetative funzionali. E siamo di nuovo all’iride dove la carenza lacunare è in stretta connessione con la corona che rappresenta il neurovegetativo.

Questo esempio e le considerazioni precedenti pongono l’accento su un nuovo modo di osservare il paziente, un modo più dinamico, meno legato a preconcetti conoscitivi, più calato nel qui ed ora del paziente. E’ particolarmente importante, a questo punto, che anche la formazione del terapista sia più esperienziale oltre che teorica e che si ponga in modo interattivo nella valutazione del paziente. Non è pensabile cogliere l’energia del paziente se prima non si è percepito la propria. Qualsiasi forma terapeutica sorgerà questo punto dal profondo dell’esperienza del terapista, e non dal bagaglio conoscitivo. Lo scopo della terapia cambia completamente: non più un intervento strappasintomo, bensì un lavoro olistico di crescita della consapevolezza del paziente e del terapista; non più un visione settoriale del vivente, ma una visione globale ed individualizzata, non più la dipendenza nella gestione della salute, ma la libera scelta di decidere consapevolmente la propria guarigione. Lo scopo della terapia è quello di portare paziente alla meditazione, al momento cioè in cui cessano tutte le dipendenze ed incomincia il vero cammino: quello della scoperta di sé e di tutto il potenziale nascosto dell’Uomo.

STRESS E STRUTTURA DEL CARATTERE di Francesca Rinaldi

Lowen, partendo dall’identità funzionale di psiche e soma individuata da Reich, sostiene che tutte le malattie siano psicosomatiche. Nell’opera “Stress e malattia – Il punto di vista bioenergetico” (1987) egli analizza una serie di malattie abbastanza comuni nel presente o nel passato, individuandone sia l’eziologia in un fattore non organico ma emozionale-caratteriale, sia il legame con le condizioni di stress a cui l’individuo è sottoposto in certe situazioni della vita.

“STRESS E STRUTTURA DEL CARATTERE” di Francesca Rinaldi

La moderna Psicologia somatica, che si basa su una profonda identità dei processi corporei e mentali dell’uomo, si è sviluppata a partire dagli anni ’50 e si pone oggi come indagine e terapia della relazione corpo-mente-società. Le sue radici epistemologiche sono rintracciabili nell’Analisi del carattere di Reich e nell’Analisi bioenergetica di Lowen, nonché, più indietro ancora nel tempo, nella Psicoanalisi freudiana.

SINTOMO E CARATTERE

Il contributo centrale di Wilhelm Reich, allievo di Freud, alla Psicologia somatica è la stesura delle prime mappe cognitive ad orientamento psicosomatico (mappe somato-relazionali, somato-sensoriali, somato-emozionali, somato-cognitive) e la formalizzazione del concetto di carattere in termini scientifici e funzionali al processo psicoterapeutico.
Reich, nella sua opera “Analisi del carattere” (1933), enuncia la nozione di carattere come luogo di cristallizzazione psicosomatica del modo di essere di una persona nel mondo e del suo modo di intendere ed interagire ideativamente e cognitivamente con l’ambiente (il carattere cioè sorregge la visione del mondo).
Perseguendo l’obiettivo di radicare la Psicoanalisi freudiana nella biologia dell’uomo, Reich introduce alcune innovazioni nella tecnica terapeutica, spostando l’attenzione dalla produzione verbale dei pazienti al versante somatico, tramite l’osservazione clinica del corpo e del suo linguaggio, al fine di leggere “l’espressione psichica dei corpi” e individuare un legame tra i due livelli psichico e somatico. Tra essi riconosce un’identità funzionale, giungendo alla formulazione del concetto di armatura carattero-muscolare (ACM), dove con “armatura caratteriale” si fa riferimento alla struttura cristallizzata degli atteggiamenti psichici di un individuo, mentre l’ “armatura muscolare” ne rappresenta l’equivalente somatico.
Reich scopre che l’integrità individuale della persona si scinde, in seguito ad eventi traumatici o a situazioni carenziali protratte, nei due versanti complementari della psiche e del corpo, poiché l’organismo, nella sua ricerca del piacere e nella fuga dal dolore, indirizza lo stress laddove lo può più facilmente contenere (cioè lo somatizza). L’armatura carattero-muscolare, che trova le sue radici ontologiche nell’infanzia, si struttura perciò in risposta ai traumi e alle situazioni carenziali o di iperstimolazione del periodo evolutivo e fornisce la matrice all’interno della quale prenderà forma il sintomo psichico o somatico causato dagli stressor (agenti stressanti) presenti nella vita dell’adulto. Il sintomo va così a denotare in che modo l’organismo è stato costretto a distorcere (“stress” significa appunto “distorsione”) la propria struttura genetica originaria per fronteggiare le condizioni della situazione evolutiva. Dunque l’ACM può essere definita come irrigidimento di una modalità di comportamento normale in una forma adattiva cristallizzata.

Alexander Lowen, allievo di Reich e padre della Bioenergetica, indagando più profondamente i fattori eziologici della nevrosi, definisce i cinque principali tipi caratteriali (consapevole però che nella realtà non si ritrova mai il tipo caratteriale puro, ma va considerato il modello dominante di comportamento). Il suo punto di partenza è l’esistenza di cinque diritti/bisogni fondamentali di ogni essere umano, corrispondenti alle cinque fasi dello sviluppo libidico. Dalla soddisfazione o meno di questi bisogni deriva lo sviluppo di un individuo sano o invece con atteggiamenti nevrotici. Quando tali diritti incontrano una risposta negativa delle figure genitoriali e una frustrazione ambientale cronica, l’organismo infantile è costretto a mettere in atto processi di autonegazione e di adattamento, che si iscrivono nel suo psico-soma caratterizzandolo. Da qui i cinque tipi caratteriali rispettivamente corrispondenti alla negazione dei cinque bisogni:
1. bisogno di esistere…………………tipo caratteriale schizoide
2. bisogno di avere bisogno………….tipo caratteriale orale
3. bisogno di essere autonomo………tipo caratteriale psicopatico
4. bisogno di imporsi…………………tipo caratteriale masochista
5. bisogno di amare sessualmente……tipo caratteriale rigido
Ciascuna di queste strutture caratteriali non si definisce soltanto in una dimensione psicologica, ma trova riscontro anche in una specifica connotazione corporeo-muscolare, che diviene espressione visibile del modo in cui l’individuo affronta l’ambiente (una persona si “pone fisicamente” nel mondo nello stesso modo in cui si “pone psicologicamente” rispetto ad esso).

Da questi presupposti emerge l’importanza fondamentale che, in sede psicoterapica, un’adeguata analisi del carattere riveste al fine del successo terapeutico. In assenza di questa analisi, la sola interpretazione del sintomo si rivela insufficiente e talvolta negativa. Ciò che va compreso è il significato globale della struttura difensiva dell’individuo. Agli occhi della maggior parte delle persone, però, questa correlazione tra sintomo e carattere non è sempre evidente. Anzi, il più delle volte il carattere è vissuto come l’elemento naturale, giusto, ovvio, morale e sano della propria personalità, mentre il sintomo è considerato un elemento disturbante e incomprensibile.

DALL’ANALISI DEL CARATTERE ALL’ANALISI BIOENERGETICA

Il principio sotteso all’Analisi bioenergetica, un’evoluzione dell’approccio psicosomatico, è l’affermazione da parte di Reich dell’identità funzionale e antitesi tra mente e corpo, ossia tra processi psicologici e fisici (è questo il punto di distacco di Reich dalla Psicoanalisi ortodossa). La persona, infatti, è un essere unitario e funziona come un tutto, quindi ciò che avviene nel corpo deve avvenire anche nella mente. C’è una reciproca influenza tra mente e corpo, quindi anche tra benessere psicologico e benessere fisico. Dire che mente e corpo sono antitetici ma identici dal punto di vista funzionale, significa affermare che la loro funzione è identica a livello energetico, ovvero che i versanti psichico e somatico sono funzioni solo apparentemente indipendenti ma di fatto strettamente correlate della funzione energetica globale.
Dal seguente diagramma possiamo osservare la gerarchia delle funzioni della personalità. Si tratta di una piramide rovesciata con l’Io al vertice, nella quale le funzioni sono reciprocamente interdipendenti e, soprattutto, poggiano tutte su una base rappresentata dai processi fisiologici-energetici:

Dal punto di vista bioenergetico, l’Io è definibile come un’unità tripartita i cui aspetti sono:
a. mente (insieme dei processi razionali, logico-deduttivi e ideativi)
b. corpo (livello materico-energetico della nostra esperienza)
c. emozioni (base emotivo-istintuale)
Il senso globale di identità è dato dal livello di circolarità, interazione e scambio armonico e continuo di energia tra questi tre aspetti. La coscienza della propria globalità di individuo (globalità dell’Io) corrisponde alla percezione del proprio corpo e tale percezione, specialmente nelle situazioni di stress, è molto difficile da raggiungere. E’ invece fondamentale che l’individuo prenda consapevolezza del fatto che, trascurando i processi energetici di base o separandoli dai processi mentali ed emozionali, non è possibile trovare il proprio benessere psicofisico.

Già Reich, partendo dall’identità tra psichico e somatico, elabora delle tecniche di lavoro corporeo ed arriva alla constatazione che ogni tensione muscolare contiene la storia e il significato della sua origine. Individua le modalità di formazione dell’armatura carattero-muscolare nel blocco dell’energia vitale in seguito a un trauma o a una frustrazione prolungata: i segmenti dell’ACM sono cioè blocchi al libero scorrimento dell’energia vitale del corpo. Reich si pone come obiettivo terapeutico quello che il paziente sviluppi la capacità di abbandonarsi completamente ai movimenti spontanei e involontari del corpo che fanno parte del movimento respiratorio, il cosiddetto riflesso dell’orgasmo sessuale. Egli afferma la “funzione naturale dell’orgasmo”, individua cioè, come risorsa di autorisanamento dai sintomi nevrotici dovuti al blocco energetico, un comportamento sessuale sano, messo in evidenza dal pieno raggiungimento della capacità di abbandonarsi al flusso delle sensazioni e delle emozioni con un partner amato. Le sue osservazioni dimostrano infatti che l’elaborazione psicoenergetica del blocco traumatico e la sua catarsi nell’orgasmo sessuale portano alla scomparsa dei sintomi nevrotici.

In seguito per Lowen è invece la respirazione (la funzione corporea più importante, perché è un’attività naturale e involontaria) a prendere la centralità attribuita da Reich all’abbandono alle sensazioni sensuali. Uno dei concetti basilari dell’Analisi bioenergetica è infatti la correlazione tra reazione emotiva inibita e insufficienza respiratoria. Lowen mette in evidenza come un’insufficiente fluidità ed ampiezza respiratoria si rifletta in un disturbo del flusso delle sensazioni attraverso il corpo e in un conseguente indebolimento della risposta emozionale agli eventi della vita, che risulterà conflittuale e ambivalente.
Esistono molti disturbi respiratori correlati con disturbi della personalità. Per esempio, lo schizofrenico è caratterizzato da un torace depresso in posizione espiratoria e da una respirazione molto ridotta, tanto che il torace sembra paralizzato. Tale configurazione dell’apparato respiratorio è l’espressione a livello somatico del bisogno dell’individuo schizofrenico di occupare il minore spazio possibile nel mondo reale, in risposta alla negazione del suo “diritto di esistere” subita in età evolutiva, alla quale il suo organismo ha reagito con il ritiro dalla realtà e la sottrazione di energia dalla periferia del corpo per essere insensibile agli eventi stressanti o traumatici, con un conseguente movimento respiratorio ridottissimo.
Inoltre, ognuno può quotidianamente fare esperienza del fatto che per ciascuno stato emotivo è possibile individuare e collegare una precisa modalità di respirazione: per esempio, un respiro rapido quando si è arrabbiati, in una situazione di paura si trattiene il respiro, e così via.
Lowen mette quindi a punto una serie di tecniche bioenergetiche mediante cui sia possibile stimolare e ampliare la respirazione e aumentare la motilità del corpo, ripristinando così la libera circolazione dell’energia nell’organismo. Egli ritiene infatti che “il fine della terapia sia di aiutare il paziente a ritrovare la capacità di provare piacere e gioia”, il che certo implica anche il piacere e la soddisfazione sessuale ma, diversamente dalla visione reichiana, non coincide con esso.

STRESS E MALATTIE PSICOSOMATICHE

La Psicologia somatica rileva alla radice delle malattie psicosomatiche profonde scissioni e rimozioni nella percezione ed espressione sensomotorie e lavora perciò alla riorganizzazione della persona intorno alla sorgente interna di sensazioni, emozioni e pensieri. Le malattie psicosomatiche possono essere considerate “disturbi di mentalizzazione”: l’individuo, incapace di riflettere su di sé, sulla globalità della propria identità in termini di mente-corpo-emozioni, quando si trova a dover affrontare uno stress lo somatizza.
Lowen, partendo dall’identità funzionale di psiche e soma individuata da Reich, sostiene che tutte le malattie siano psicosomatiche. Nell’opera “Stress e malattia – Il punto di vista bioenergetico” (1987) egli analizza una serie di malattie abbastanza comuni nel presente o nel passato, individuandone sia l’eziologia in un fattore non organico ma emozionale-caratteriale, sia il legame con le condizioni di stress a cui l’individuo è sottoposto in certe situazioni della vita.
Per definire cosa si debba intendere con “stress”, Lowen fa riferimento principalmente alla definizione di Hans Selye, secondo cui “lo stress è una risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso. Come tale è una reazione adattiva fisiologica che può essere prodotta da una grande varietà di stimoli, tra i quali giocano un ruolo fondamentale quelli emotivi” (Selye, 1936). Nel concetto di “stress” bisogna quindi far rientrare le condizioni emotivamente stressanti (in genere coincidenti con i cambiamenti di vita, dalla morte di un familiare, a un divorzio, un licenziamento ecc.), così come le situazioni di aggressione da parte di agenti patogeni e gli incidenti.
Gli agenti stressori, nel caso in cui l’organismo non sia in grado di farvi fronte adeguatamente, divengono causa di malattia. La malattia può dunque essere definita come alterazione del normale funzionamento dell’organismo ed è segnale dell’incapacità del corpo di affrontare lo stress. Dopo l’esposizione all’agente stressore o traumatico (cioè uno stress gravissimo) passa sempre un po’ di tempo prima della reazione allo stress, questo perché la lesione produce momentaneamente nell’organismo uno stato di shock e solo quando questo svanisce il corpo reagisce e compare il dolore. La malattia o, più in generale, il dolore dovrebbero quindi essere considerati una manifestazione positiva di vita, perché sono il tentativo del corpo di ristabilire l’equilibrio e l’integrità in conseguenza del trauma subito.
Questo processo – dall’esposizione all’agente stressore, all’eventuale sviluppo di una malattia, al tentativo di ristabilire l’equilibrio organico – è descrivibile mediante un altro concetto fondamentale della Bioenergetica, dovuto ancora a Selye: la Sindrome di Adattamento Generale (GAS). Essa descrive la reazione difensiva dell’organismo ad un agente estraneo e potenzialmente aggressivo, reazione che si compone di tre fasi: a) fase di allarme, in cui si manifestano essenzialmente modificazioni di carattere biochimico ormonale; b) fase di resistenza, in cui l’organismo si organizza dal punto di vista anatomico-funzionale in senso stabilmente difensivo e, in seguito allo sviluppo della resistenza, la reazione d’allarme scompare; c) fase di esaurimento, in cui si verifica infine un crollo delle difese e l’incapacità di riadattarsi ulteriormente agli stressor. Poiché il GAS descrive un processo energetico, ciascuna delle tre fasi può essere formulata in termini energetici: a) l’organismo reagisce all’agente stressore con uno stato di shock causato dal ritiro di energia e di sangue dalla periferia del corpo e dalla zona minacciata o attaccata; la risposta fisiologica allo shock è la reazione d’allarme, in cui il corpo per fronteggiare la minaccia mobilita la sua energia, che pertanto riaffluisce nella zona traumatizzata causando dolore; b) se la situazione stressante non può essere controllata o rimossa, il corpo si adatta per resistervi con l’uso continuo di energia; c) nel momento in cui la riserva di energia a disposizione si esaurisce, l’organismo entra nella fase di esaurimento che spesso sfocia nella malattia.
Il fatto che, nella medesima situazione di vita determinante un malessere, alcuni individui si ammalino e altri no, è dovuto alla quantità di energia disponibile nell’organismo di ciascuno.

Dunque, se la situazione stressante diventa insopportabile per il corpo, esso sviluppa una malattia. Ma quale malattia? Il fattore che in larga misura lo determina è la struttura caratteriale. Lowen sostiene che le malattie psicosomatiche non abbiano un fattore eziologico specifico, ma ricopra invece una rilevanza fondamentale il fattore emotivo.
Lowen individua, per ciascuno dei cinque tipi caratteriali da lui delineati, una corrispondente reazione organismica e un conseguente schema di atteggiamento muscolare: infatti il blocco delle pulsioni insoddisfatte o represse assume una connotazione corporea nel blocco della muscolatura volontaria o involontaria connessa con la rivendicazione dei bisogni non riconosciuti. Lowen, basandosi sul principio reichiano di identità funzionale tra tensione muscolare e blocco emozionale, approfondisce l’analisi di alcune malattie psicosomatiche, dedicando particolare attenzione alle funzioni scheletriche e alla muscolatura volontaria.
Per esempio, la tubercolosi (malattia tipica del XIX secolo) è legata a un desiderio di oralità insoddisfatto in seguito a uno svezzamento troppo precoce del bambino; la soddisfazione negata viene ricercata da adulti nella ricerca di un amore romantico il quale però, inibendo la sessualità, non può soddisfare il bisogno di oralità. Ecco perché la tubercolosi è da Lowen ricollegata a un atteggiamento emotivo caratterizzato dalla propensione all’anelito romantico tipico del XIX secolo, il quale fa sì che la persona si consumi in un desiderio che non può in alcun modo essere soddisfatto. Tale desiderio non soddisfatto viene dunque contenuto nella gola e nel petto, creando tensioni e sottoponendo i polmoni ad uno stress che predispone la persona, qualora venga in contatto con il virus, a contrarre la tubercolosi.
Allo stesso modo può essere analizzata una patologia molto comune nel XX secolo, l’infarto del miocardio. Un individuo che abbia sofferto per la mancanza d’amore e di comprensione da parte dei genitori vorrà proteggere il proprio cuore da ulteriori ferite, pertanto si troverà imprigionato in un conflitto tra il desiderio di amare, la paura di essere ferito e il senso di colpa conseguente a questa paura. A livello somatico-muscolare ciò si riflette in un irrigidimento della cassa toracica a protezione del cuore (ecco perché coloro che sono predisposti agli attacchi cardiaci sono caratterizzati da un torace stretto e rigido mantenuto in posizione rigonfia), che però allo stesso tempo funziona anche da gabbia per il cuore stesso, togliendogli la libertà e la gioia di amare e sottoponendolo a un forte stress. Tale sensazione di imprigionamento, di essere intrappolato, determina il panico, che è infatti l’atteggiamento emotivo delle persone predisposte all’infarto. La chiusura di un’arteria coronarica, che porta all’infarto, è dovuta allo spasmo arterioso causato da un attacco d’ansia del cuore. Tale attacco d’ansia è proprio la conseguenza del panico dato dalla sensazione di essere in trappola.
Un ultimo esempio molto significativo mi sembra quello dell’artrite, un disturbo nella motilità dell’organismo dovuto a un congelamento delle giunture artritiche in conseguenza di un processo infiammatorio o degenerativo nelle superfici articolari. Lowen afferma che nella personalità di colui che soffre di questo tipo di disturbi sia presente un forte conflitto relativo alla manifestazione degli impulsi aggressivi: la persona, avendo paura dei propri sentimenti aggressivi, inconsciamente ritira la sua energia dagli arti che sono organi aggressivi per eccellenza; il ritiro di energia dalla periferia del corpo è seguito da un ritorno di energia che, riaffluendo nelle giunture congelate, produce l’infiammazione caratteristica dell’artrite reumatoide. Ciò che predispone la persona all’artrite è dunque una struttura caratteriale rigida (anche unitamente a qualche elemento schizoide nella personalità), il che si riflette in una rigidità anche a livello muscolare (dita contratte e poco flessibili, malformazione delle mani a forma di artiglio ecc.).

CONCLUSIONI

Per chi di solito non presta la dovuta attenzione ai segnali del proprio corpo e talvolta fatica a tenere presente l’interdipendenza tra benessere fisico e benessere psicologico, venire a conoscenza di una scienza che lega così indissolubilmente corpo e mente è sicuramente una scoperta affascinante. Mi ha molto colpito la seguente frase di Lowen: “Noi possiamo essere soddisfatti come essere umani soltanto quando le nostre vite sono radicate nei nostri corpi, nella nostra natura animale e nella terra. Sfortunatamente la nostra cultura tecnologica ci allontana sempre di più da questi legami fondamentali” (da “Stress e malattia”). Ritengo assolutamente veritiere queste parole, anche se mi accorgo che è difficile avere piena consapevolezza di ciò che questo concetto comporta per il nostro modo di vivere e di comportarsi quotidiano.
Guardare le cose da questo punto di vista rende un po’ più facile comprendere il motivo per cui esprimere emozionalmente i propri sentimenti è molto più sano che inibirne la manifestazione, dal momento che, una volta espressi, è più facile liberarsi di quei sentimenti, come la rabbia, che risulterebbero negativi per la propria salute psicofisica e nel rapporto con gli altri. Mi rendo conto che non è sempre così semplice abbandonarsi alla libera espressione di ciò che si prova e che le paure e i sentimenti aggressivi spesso vengono tenuti forzatamente inespressi per timore delle conseguenze in cui si potrebbe incorrere a livello sociale e nelle relazioni con gli altri. Ma, considerando che per inibire i nostri sentimenti è necessaria molta più energia che per esprimerli, senza dubbio conviene esprimerli con un energico sfogo, quanto meno per risparmiare al nostro corpo un grosso sforzo!

CdL in Servizio Sociale, 3° anno
PSICOLOGIA CLINICA – Modulo “Corpo, mente e relazione”

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