
La psicosomatica della pelle di Pietro Paolo Rossi
La pelle, organo di superficie del corpo umano, rappresenta l’involucro protettivo e insieme di contatto con il mondo esterno. Struttura di confine fra il sé ed il non sé, organo di senso e organo di fondamentale importanza nell’omeostasi, è forse più di ogni altra parte del corpo implicata nelle vicende psico-emotive dell’individuo.
Già osservando con attenzione un bambino nei primi mesi di vita, non possiamo non avvertire l’intensità comunicativa dei reciproci contatti cutanei tra madre e bambino in termini di carezze, abbracci e vari altri tipi di stimolazioni ed esplorazioni. Osservazioni sul bambino piccolo e correlate indagini psicoanalitiche ci hanno fatto capire quanto sia importante la pelle come fattore di organizzazione dell’identità e delle funzioni dell’Io.
Anche nella quotidianità possiamo intravedere i profondi legami fra psiche e pelle. Il nostro linguaggio è ricchissimo di “modi di dire” che sottolineano la mediazione della pelle in molte nostre emozioni e stati d’animo. “Rosso dalla vergogna”, “bianco dalla paura”, “ho la pelle d’oca”, sono espressioni che coloriscono comunemente il nostro modo di parlare, mentre cambiamenti dello stato fisiologico della pelle accompagnano effettivamente stati emotivi come collera, paura, vergogna, ansia, ecc.. Cambiamenti anche di lieve entità, come il calore o la sudorazione delle mani, possono essere un importante segnale di vissuto emozionale, ed essere parte integrante della cosiddetta comunicazione non verbale.
Non dobbiamo quindi stupirci se anche molte malattie dermatologiche, del tutto o in parte, possano essere correlate alla presenza di conflitti psicologici che proprio attraverso la pelle possono esprimersi ed esteriorizzarsi. Si potrebbe affermare che la pelle è, insieme agli occhi, l’altro specchio dell’anima. Esistono numerosi esperimenti ed infinite osservazioni che dimostrano lo stretto legame cute-psiche.
Mi piace ricordare in questo ambito una esperienza alla quale ho partecipato direttamente ai tempi della scuola di specializzazione in dermatologia all’università di Firenze. Le verruche piane rappresentano una affezione virale che interessa frequentemente il viso e che è spesso resistente alle comuni terapie. Ricordo il modo veramente singolare col quale venivano curati i bambini che presentavano questa infezione. Venivano invitati a fare il loro ritratto, con la raccomandazione che fossero disegnate anche le verruche, facendo molta attenzione alloro numero, alla loro localizzazione e alla loro dimensione. I bambini venivano poi portati in una stanza nella quale, dopo aver spento tutte le luci, venivano bruciati i loro ritratti. “In questo modo i virus saranno eliminati e la vostra malattia guarirà…”, veniva detto loro. Più della metà dei bambini guariva in questo modo. Niente di miracoloso. Oggi conosciamo molti dei meccanismi che, come vedremo, sono responsabili a livello biologico del cosiddetto “salto dallo psichico al somatico”. Ripetiamo, intanto, che la pelle è uno dei terreni più adatti per manifestare disagi interiori attraverso alterazioni “psicosomatiche” della sua superficie.
Struttura della pelle
La pelle è costituita da tre strati: l’epidermide, il derma, il sottocutaneo. L’epidermide si suddivide a sua volta in cinque strati che si rinnovano continuamente, ad un ritmo che può essere anche influenzato dalla psiche. il derma si divide a sua volta in “strato papillare” e “strato reticolato”. È molto vascolarizzato e ricco di terminazioni nervose. il sottocutaneo, superficiale e profondo, è ricco di elementi adiposi e di fibre elastiche.
Significato psicologico della pelle
La pelle è stata definita “telegrafo per il mondo esterno e specchio per il mondo interno”. Per la sua posizione a confine tra il sé e tutto ciò che sta fuori e quindi il non sé porta la pelle a essere elemento fondamentale nel processo di identificazione. Secondo recenti studi il percepire i propri confini corporei come solidi e rigidi è correlato ad un tipo di personalità fortemente determinata, scarsamente condizionabile, motivata al successo e a posizioni di prestigio nella società.
Al contrario, percepire i propri confini come fragili e sfumati (esistono test sia proiettivi che psicometrici per questo tipo di valutazione), comporta un atteggiamento verso gli altri più insicuro, dipendente e, in definitiva, perdente. Da ricordare ancora le ovvie implicazioni psicologiche della pelle come organo di senso, della pelle come zona erogena e della pelle come strumento di comunicazione, soprattutto non verbale.
Note di psicodinamica della pelle
Sono molti gli studi sulle psicosomatosi forniti da autori di estrazione psicoanalitica. Secondo alcuni di essi esistono personalità predisposte a specifiche malattie della pelle. Una struttura caratteriale dell’adulto caratterizzata da competitività, meticolosità e ipercontrollo sarebbe la risposta al disinteresse della madre ed al conflitto profondo tra bisogno di amore e timore di restarne feriti e faciliterebbe lo sviluppo di dermatosi. Secondo altri sarebbe invece da prendere in considerazione non la personalità ma il vissuto psicoemotivo dell’individuo, dagli stress infantili fino a tutti gli eventi della vita che coinvolgono negativamente, in una visione psicofisica unitaria del paziente.
DERMATOSI PSICOSOMATICHE
I dermatologi hanno da sempre considerato il fattore psichico come co-fattore patogenetico di moltissime dermatopatie. Al di là delle implicazioni e delle teorizzazioni di psicologia e di psicodinamica, è di comune riscontro clinico una componente eziopatogenetica emozionale in gran parte delle malattie della pelle. In alcune di queste tale componente appare più evidente e più fortemente condizionante, configurando i quadri delle cosiddette “dermatosi psicosomatiche”, come orticaria, dermatite atopica, alopecia areata, psoriasi etc.
Orticaria
L’orticaria è una frequente dermatosi caratterizzata da lesioni pomfoidi, eritemato-edematose, di varie dimensioni e, caratteristicamente, transitorie e fugaci per quanto riguarda la durata. Le cause possono essere le più varie: allergiche, alimentari, fisiche, traumatiche o da contatto con varie sostanze anche semplici, come l’acqua. In un terzo delle orticarie gli stimoli psicogeni sembrano avere un i ruolo scatenante o aggravante. I pazienti con orticaria sono spesso ansiosi, depressi e provano sensazioni di inadeguatezza. Altri autori segnalano tensioni e difficoltà nelle relazioni a livello lavorativo, scolastico o familiare. Le personalità che sembrano predominare sono la iperemotivo-ansiosa, la insicuro-astenica e la aggressivo-irritabile. Nei pazienti orticariani viene descritta anche la ricerca di protezione da parte dello psichiatra e dello psicoterapeuta nel tentativo di un superamento della loro inibizione, passività e condizione regressiva.
Dermatite atopica
La dermatite atopica esordisce nella maggioranza dei casi nella prima infanzia durante i primi mesi di vita con la conosciutissima crosta lattea o “lattime” del cuoio capelluto, e con lesioni essudative pruriginose soprattutto del volto e delle regioni flessorie, che vanno incontro a grattamento e lichenificazione. La malattia può continuare nell’adulto con manifestazioni meno gravi a carico delle pieghe delle braccia e delle regioni posteriori del ginocchio, delle zone perilabiali e del dorso delle mani. Nella maggior parte dei casi le manifestazioni dell’adulto sono circoscrivibili a forfora ed eczemi lievi, con pelle secca ed ipersensibile, e ad intolleranze alimentari di varia entità, come quella nei confronti del latte. Tutti questi sintomi possono recidivare o aggravarsi in occasione di stress e conflitti psicologici, come possiamo riscontrare in numerose ricerche. In molti casi è stato riscontrato, a dimostrazione dell’influenza dell’ambiente familiare, che in famiglie dalle caratteristiche “morali/religiose” i sintomi sono più gravi e più numerosi rispetto a famiglie “indipendenti/organizzate”.
Importante il rapporto con la madre e con le persone significative in genere: insieme ad una variabile che è congenita, ne esiste una seconda fortemente condizionata dal tipo e dall’intensità dei rapporti affettivi. Da altri studi emerge inoltre che la maggior parte di questi pazienti soffre di nevrosi d’ansia ed è caratterizzata da grande passività nel comportamento. Fino ad oggi comunque non è stata individuata una struttura psicologica comune a tutti i pazienti, anche se emergono elementi ricorrenti come labilità emozionale, sentimenti di indipendenza, difficoltà sessuali ed una spiccata tendenza a rivolgere gli impulsi aggressivi verso di sé piuttosto che contro bersagli esterni.
Acne
Sono note a tutti le componenti somato-psichiche della malattia acneica, e più volte è stato ribadito che l’acne può condizionare seriamente lo sviluppo della personalità del giovane. Ansia, tensione, autosvalutazione fino alla riduzione dei contatti con gli altri e con l’altro sesso ed in certi casi fino al ritiro sociale con scarso rendimento scolastico e lavorativo sono i sintomi psicologici indotti dalla malattia somatica. Più controverso, anche se da molti accettato, il ruolo dei fattori psicologici nel determinismo dell’acne. Si è parlato di scarsa forza dell’Io, di insicurezza e sottomissione e di scarsa tolleranza alle frustrazioni dell’ambiente. Altra situazione, se vogliamo paradossale, è quella nella quale le manifestazioni acneiche sono una patologia atta ad alleviare l’ansia del paziente.
L’acne diventa in questi casi un alibi per ridurre le occasioni, per alcuni molto ansiogene, di incontro con gli altri. La scomparsa delle lesioni acneiche, ottenuta con le varie terapie, può creare grosse difficoltà di adattamento alle nuove situazioni.
Alopecia androgenetica
“Gli uomini senza capelli sono protagonisti di una tragedia irreparabile”, scriveva G. D’Annunzio quasi un secolo fa. L’alopecia androgenetica, o calvizie, è una diffusissima affezione ereditaria che interessa secondo alcuni autori nei suoi vari gradi di gravità dal 50 al 70% delle persone. Si manifesta soprattutto nel sesso maschile, con diradamenti dei capelli che interessano le tempie ed il vertice del cuoio capelluto, fino alla caduta totale con esclusione della classica corona parieto-occipitale. Anche le donne possono esserne interessate, particolarmente dopo una gravidanza o dopo la menopausa, ma soprattutto possono anch’esse essere portatrici e trasmettere ai figli il gene dell’ alopecia. In questa patologia, anche se lo stress può essere un fattore aggravante o precipitante della caduta, l’affezione è considerata principalmente somatopsichica, cioè caratterizzata da disagi psicologici questa volta conseguenti a disturbi corporei. Lo stress e l’ansia che accompagna la caduta di ogni capello possono veramente, se non contenuti o elaborati, trasformarsi una “tragedia irreparabile”, come diceva D’Annunzio.
Psoriasi
La psoriasi è una affezione cronica della pelle, che può insorgere a qualsiasi età, con uguale frequenza nei maschi e nelle femmine, caratterizzata da chiazze eritemato-squamose che hanno come sede elettiva il gomito ed il cuoio capelluto, ma che possono interessare anche tutto il corpo. Le cause ipotizzate sono fattore basale ereditario e fattori scatenanti legati allo stress. Nei casi studiati vengono spesso rilevati presenza di ansia e tratti narcisistici del carattere. Si descrive esso come il realizzarsi di una fuga nella malattia da parte di molti psoriasici nel tentativo di sottrarsi alle problematiche della vita e alle difficoltà dei rapporti interpersonali. È come se la protesta e 1’aggressività prenda in questi casi la via linguaggio corporeo e sia la cute a gridare a tutti la protesta dell’Io.
TERAPIA DELLE DERMATOSI PSICOSOMATICHE
Medicina psicosomatica significa soprattutto reintrodurre 1’elemento umano nostro rapporto col malato. Nella raccolta dei dati dovrà essere di fondamentale importanza conoscere la sua condizione sociale, avere notizie del suo ambiente lavorativo e della sua situazione psicoaffettiva. Ogni atto medico ha anche un valore terapeutico e quindi la cura comincerà già al primo colloquio col paziente. Il paziente dovrà essere messo a suo agio, si dovrà con molto tatto metterlo al corrente che la “malattia della pelle” può avere a che fare con “certi suoi problemi psicologici”, bisognerà aiutarlo a parlare e saperlo ascoltare, perché sappiamo che spesso è caratteristico della personalità del portatore di psicosomatosi non saper verbalizzare le proprie emozioni ed i propri vissuti. Si deve soprattutto sapere quando e quale è il caso nel quale si devono coinvolgere lo psichiatra, lo psicoterapeuta o altri operatori a rete già predisposta, si auspica, a farsi carico in modo adeguato e completo caso psicosomatico”.
Al trattamento dermatologico di base si dovrà allora spesso affiancare e, in alcuni casi, dare la precedenza alla psicofarmacologia, con tutti gli efficaci farmaci di ultima generazione, e alla psicoterapia. Di quest’ultima si raccomandano alcune metodiche particolarmente efficaci nelle malattie psicosomatiche come la psicanalisi, la terapia cognitivo-comportamentale, la psicoterapia breve, le psicoterapie corporee e le varie terapie di rilassamento. Da non dimenticare poi e da non sottovalutare una igiene di vita basata sulla famiglia, sulla professione, sullo Sport e sulle vere amicizie. Solo così la cura della pelle, altro specchio dell’anima, sarà completa.