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Il corpo negato. Ripensare la sessualità nella disabilità intellettiva


Il corpo negato: un viaggio nella dimensione più rimossa dell’umano. Il corpo come linguaggio, desiderio e identità.

Ci sono argomenti che la società preferisce non vedere. La sessualità delle persone con disabilità intellettiva è uno di questi. Da decenni resta sospesa tra pudore, silenzio e imbarazzo. Quando se ne parla, lo si fa spesso in modo difensivo, come se il corpo dovesse essere controllato più che compreso.
Il corpo negato nasce per scardinare questo silenzio. Non è un manuale, né un testo tecnico. È un libro che invita a guardare il corpo con occhi nuovi, a riconoscere nella sessualità una dimensione umana prima che clinica, e a interrogarsi sui significati di libertà, consenso e desiderio quando l’altro è fragile o dipendente.

Il cuore del libro

La riflessione attraversa i luoghi in cui il corpo viene negato o frainteso: la famiglia, la scuola, le istituzioni, la cultura. Ogni capitolo scava nel linguaggio che usiamo, nelle rappresentazioni interiori che ci abitano, nelle paure che ci fanno tacere. Non si parla di “educazione sessuale” in senso didattico, ma del bisogno di una educazione al sentire, alla presenza, alla dignità del corpo come spazio di identità e relazione.
Il testo intreccia riferimenti psicologici, pedagogici e filosofici, ma mantiene un tono umano, mai accademico.
Le persone con disabilità non vengono raccontate come casi, ma come presenze incarnate, portatrici di una verità che interroga tutti: quanto siamo capaci, noi, di accogliere la diversità del desiderio?

Il corpo come luogo di identità

Uno dei temi centrali del libro è la consapevolezza corporea come fondamento dell’identità. Nel percorso di crescita, il corpo non è solo un dato biologico, ma un territorio che si scopre, si abita, si comunica. Per chi vive una condizione di disabilità intellettiva, questo territorio è spesso mediato da sguardi esterni: familiari, educatori, operatori.
Riconoscere la soggettività corporea significa restituire diritto di parola al corpo stesso — un corpo che sente, desidera, e chiede di essere riconosciuto.

Sessualità come relazione

Nel libro “Il corpo negato” la sessualità non è ridotta all’atto, ma pensata come esperienza relazionale. È il modo in cui il corpo incontra l’altro, con tutti i rischi, i bisogni e le paure che questo comporta.
Il testo affronta con chiarezza i temi del consenso, della protezione e della vulnerabilità, mostrando quanto sia necessario un approccio etico fondato sull’ascolto e sul rispetto reciproco.
Non esistono regole universali: esiste il compito, sempre rinnovato, di costruire relazioni capaci di cura.

Bioenergetica e dignità del corpo

Nel libro, la bioenergetica entra come una pedagogia del sentire: il corpo è il primo linguaggio, prima delle regole e delle parole, e va ascoltato nei suoi segni minimi — respiro, postura, sguardo — senza forzarlo né normalizzarlo. L’unità mente-corpo di Lowen è il quadro: le tensioni croniche come storie congelate, il grounding per ritrovare stabilità e confini, il respiro come ponte che regola l’intensità emotiva e restituisce presenza. Non è tecnica additiva, ma un modo etico di stare: si può lavorare anche “no touch”, con consenso esplicito, chiaro e sempre revocabile; il tocco, se c’è, accompagna la consapevolezza, non corregge. Con le persone con disabilità intellettiva lieve ciò significa rendere il percorso concreto e ritmato, con setting prevedibile, linguaggio descrittivo e integrazioni brevi dopo ogni esercizio, così che la persona riconosca ciò che cambia nel corpo e ne faccia esperienza. È qui che la bioenergetica smette di essere “tecnica” e diventa dignità: educa a riconoscersi, a dire sì o no con tutto il corpo, a costruire autonomia relazionale senza dipendenza.

Una lettura necessaria

Il corpo negato è rivolto a chi lavora nel campo dell’educazione, della psicologia e del sociale, ma anche a chi, semplicemente, vuole comprendere meglio sé stesso e il proprio modo di guardare l’altro. È un libro che sposta l’attenzione dalla “gestione” della sessualità alla comprensione del suo senso, dentro la fragilità e dentro la vita quotidiana.
Non offre ricette, ma apre possibilità. Non spiega, ma accompagna.

Perché leggerlo oggi

Viviamo in un tempo che si parla molto di corpo, ma lo si ascolta poco. La cultura dell’immagine ha trasformato il corpo in superficie, mentre chi vive una diversità resta spesso escluso da qualsiasi narrazione sul desiderio.
Questo libro restituisce voce a quei corpi dimenticati, e ci ricorda che non c’è vera inclusione senza intimità, senza riconoscere che ogni essere umano ha diritto al proprio spazio di piacere, pudore, scoperta.

Conclusione

Il corpo negato non insegna cosa fare. Insegna a guardare, ad ascoltare, a sostare. È una riflessione sul limite, sull’etica e sulla bellezza fragile dell’essere umano, un testo che ci invita a tornare alla radice del corpo come verità, e del desiderio come linguaggio condiviso.

Invito alla lettura

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