Comunicazione fra mamma e neonato
I bambini, fin dai primi mesi di vita, percepiscono gli aspetti emotivi della comunicazione e interagiscono in diversi modi con chi si prende cura di loro. Secondo alcuni studi, la prima forma di interazione avviene attraverso lo sguardo, un canale che permette al neonato di entrare in relazione con la madre. Ma cosa accade quando questa comunicazione viene improvvisamente interrotta?
A questa domanda ha cercato di rispondere uno studio condotto dall’Istituto Scientifico E. Medea di Bosisio Parini in collaborazione con la Harvard Medical School di Boston, pubblicato sul Giornale Italiano di Psicologia (luglio 2007).
Per osservare la reazione emotiva dei neonati, i ricercatori hanno coinvolto venti bambini di età compresa tra i 3 e i 6 mesi, sottoposti a una situazione controllata in cui la madre interrompeva volontariamente la comunicazione. L’esperimento si è basato sul paradigma dello “still-face”, ideato nel 1978 da Edward Tronick, una procedura ampiamente utilizzata per studiare lo sviluppo emotivo e relazionale dei bambini.
Il test prevedeva tre fasi di due minuti ciascuna:
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Nella prima, la madre interagiva normalmente con il proprio bambino.
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Nella seconda, manteneva un’espressione completamente neutra e immobile (still-face).
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Nella terza, riprendeva la normale interazione.
Le reazioni dei piccoli sono state videoregistrate e analizzate in base a parametri come sguardo, espressione emotiva e comportamento.
I risultati hanno mostrato che durante la fase di still-face i bambini reagivano con maggiore agitazione, pianto e ricerca di contatto fisico, segni di un aumento dell’emozionalità negativa. Il neonato viveva una contraddizione: la madre era fisicamente presente ma emotivamente assente.
Nella fase di riavvicinamento (reunion), molti bambini mostravano una sorta di conflitto interno, oscillando tra il desiderio di tornare a interagire e il peso del disagio sperimentato poco prima. Il processo di “riparazione” della relazione diventava così un momento cruciale, in cui madre e figlio cercavano di ricucire la rottura comunicativa.
Secondo Tronick, queste esperienze di rottura e riparazione sono fondamentali per lo sviluppo affettivo: non è tanto l’assenza temporanea di comunicazione a creare problemi, quanto la mancanza di un processo di riparazione successivo.
Il dottor Rosario Montirosso, responsabile del Centro Medea per lo studio neuro-comportamentale del bambino, sottolinea come l’osservazione precoce di queste dinamiche possa aiutare a prevenire disturbi emotivi e relazionali. Capire fin dai primi mesi come madre e bambino si sintonizzano emotivamente permette di intervenire tempestivamente, sostenendo il loro legame affettivo e promuovendo uno sviluppo armonico.