La costituzione della corazza di Maurizio D’Agostino
La corazza o armatura può essere suddivisa in contrazione muscolare naturale o temporanea e in contrazione muscolare permanente o cronica. La prima si verifica in qualsiasi animale vivente quando è minacciato, ma viene abbandonata quando la minaccia cessa di essere presente. La seconda si origina nello stesso modo, ma a causa di minacce continuate è mantenuta e diventa cronica, reagendo infine ai pericoli interni permanenti più che a quelli ambientali. Questo lavoro riguarda la corazza muscolare permanente o cronica.
La costituzione della corazza
La corazza o armatura può essere suddivisa in contrazione muscolare naturale o temporanea e in contrazione muscolare permanente o cronica. La prima si verifica in qualsiasi animale vivente quando è minacciato, ma viene abbandonata quando la minaccia cessa di essere presente. La seconda si origina nello stesso modo, ma a causa di minacce continuate è mantenuta e diventa cronica, reagendo infine ai pericoli interni permanenti più che a quelli ambientali. Questo lavoro riguarda la corazza muscolare permanente o cronica.
Reich postulò che l’uomo si sia corazzato al momento in cui divenne introspettivo; quando cioè percepì di percepire se stesso, e di percepire completamente. Questa consapevolezza dell’auto-percezione come di un oggetto di attenzione produsse una scissione. L’uomo si spaventò e iniziò a corazzarsi contro la paura e lo stupore interni nello sforzo di controllare le sue proprie sensazioni.
Reich dedusse l’origine della corazza dalla sua conoscenza della schizofrenia e dall’osservazione di ciò che chiamò l’ “universale terrore di vivere”. Stare di fronte all’ignoto è sempre una cosa che spaventa, resistere ed esaminarlo è terrorizzante.
La corazza è auto-perpetuante, poichè i genitori corazzati allevano figli corazzati. La causa corrente della corazza è la necessità da parte dei figli di accettare gli atteggiamenti innaturali e le condizioni educative messe in atto dai genitori e da altre persone.
Sebbene la persona sia in grado di liberarsi dalla corazza, le masse non possono farlo senza dei drastici mutamenti nella nostra cultura e nel nostro modo di pensare.
La corazza si sviluppa come l’aspetto somatico della rimozione e coinvolge sempre gruppi di muscoli che costituiscono una unità funzionale.
La corazza si sviluppa in modo regolare, dipende dalla necessità di adattamento, ed ha una disposizione segmentale. Contiene la storia e il significato della sua origine. Se la causa è in un evento traumatico, contiene la memoria degli eventi.
Lo specifico proposito della corazza muscolare cronica è di agire come freno e di aiutare l’individuo ad adattarsi riducendo perciò l’angoscia.
Reich postulò che l’uomo si sia corazzato al momento in cui divenne introspettivo; quando cioè percepì di percepire se stesso, e di percepire completamente. Questa consapevolezza dell’auto-percezione come di un oggetto di attenzione produsse una scissione. L’uomo si spaventò e iniziò a corazzarsi contro la paura e lo stupore interni nello sforzo di controllare le sue proprie sensazioni.
Reich dedusse l’origine della corazza dalla sua conoscenza della schizofrenia e dall’osservazione di ciò che chiamò l’ “universale terrore di vivere”. Stare di fronte all’ignoto è sempre una cosa che spaventa, resistere ed esaminarlo è terrorizzante.
La corazza è auto-perpetuante, poichè i genitori corazzati allevano figli corazzati. La causa corrente della corazza è la necessità da parte dei figli di accettare gli atteggiamenti innaturali e le condizioni educative messe in atto dai genitori e da altre persone.
Sebbene la persona sia in grado di liberarsi dalla corazza, le masse non possono farlo senza dei drastici mutamenti nella nostra cultura e nel nostro modo di pensare.
La corazza si sviluppa come l’aspetto somatico della rimozione e coinvolge sempre gruppi di muscoli che costituiscono una unità funzionale.
La corazza si sviluppa in modo regolare, dipende dalla necessità di adattamento, ed ha una disposizione segmentale. Contiene la storia e il significato della sua origine. Se la causa è in un evento traumatico, contiene la memoria degli eventi.
Lo specifico proposito della corazza muscolare cronica è di agire come freno e di aiutare l’individuo ad adattarsi riducendo perciò l’angoscia.
Reich scoprì che la corazza si compone si sette segmenti, che frammentano il corpo e ne distruggono l’unitarietà del funzionamento. Ognuno di questi segmenti ha caratteristiche specifiche pur esercitando un’influenza reciproca. Ogni segmento include l’intero settore rappresentato a quel livello del corpo, cosicchè vi sono numerosi anelli perpendicolari alla colonna vertebrale. In aggiunta agli anelli della corazza, si troverà di solito che una parte del corpo, sinistra o destra, è corazzata più pesantemente dell’altra.
I sette segmenti della corazza sono:
I sette segmenti della corazza sono:
- Oculare
- Orale
- Cervicale
- Toracico
- Diaframmatico
- Addominale
- Pelvico
Ogni segmento risponde come un tutto ed è più o meno indipendente dagli altri segmenti. Ciascun segmento può non riuscire a dare una risposta completa finchè non sono liberi gli altri segmenti. Alla liberazione di ogni segmento, segmenti già trattati tenderanno a ricorazzarsi ed è perciò necessaria una maggiore attenzione in quanto l’organismo non è abituato al movimento e tenta di ritornare alla sua precedente immobilità. Deve venire abituato in modo graduale alla libera mobilità.
È importante determinare il principale tratto o atteggiamento caratteriale dell’individuo (il filo rosso) poichè esso reagirà a tutti i progressi mediante questo tratto, che diverrà in breve la principale difesa caratteriale.
Il principio terapeutico consiste nell’eliminare la contrazione cronica che interferisce con il libero scorrere dell’energia in ogni parte dell’organismo e restaurare in tal modo il funzionamento naturale.
Affrontiamo, ora, la descrizione dei singoli segmenti della corazza.
È importante determinare il principale tratto o atteggiamento caratteriale dell’individuo (il filo rosso) poichè esso reagirà a tutti i progressi mediante questo tratto, che diverrà in breve la principale difesa caratteriale.
Il principio terapeutico consiste nell’eliminare la contrazione cronica che interferisce con il libero scorrere dell’energia in ogni parte dell’organismo e restaurare in tal modo il funzionamento naturale.
Affrontiamo, ora, la descrizione dei singoli segmenti della corazza.
Il segmento oculare
Il primo e il più alto dei segmenti include il cuoio capelluto, la fronte, gli occhi, le guance, le orecchie e la base del cranio. È un’area intensamente carica, poichè comprende gli organi della vista e dell’udito.
Tendenze disfunzionali
· Incapacità di vedere la realtà globale, rigidità mentale e psichica, tendenza all’unilateralità e al contatto parziale.
· Fuga ed esitamento dei problemi.
· Iperproduzione immaginativa e/o ripetitività fantastica, fantasticherie. Presenza reattive e difensiva del meccanismo di razionalizzazione.
· Difficoltà di cambiamento nonostante l’impegno volontario.
· Confronto con gli altri, competitività repressa, rimossa, compensata, mascheramento di sé.
· Vanità, esibizionismo, per lo più repressi, rimossi o compensati per paura, per insicurezza. Senso di colpa, senso di inferiorità, di incomprensione.
· Tendenza a guardarsi intorno in modo circospetto, paure e timidezza sotto lo sguardo altrui; difficoltà a fissare gli altri negli occhi, sguardo sfuggente, senso di sfida reattivo.
· Invidia, autosqualifica, squalifica e/o ipervalutazione degli altri.
· Difficoltà a creare punti di riferimento interni ed esterni, difficoltà a concentrarsi.
· Repressione dei sentimenti e/o scarsa capacità di gestione delle emozioni e delle reazioni neurovegetative, comportamentali, accresciuti dai vissuti, dal vedere o essere guardati.
· Sfiducia verso gli altri, difficoltà nei contatti sociali e nelle relazioni interpersonali.
· Blocco oculare parziale: affezioni visive, difficoltà di accomodamento, di focalizzazione, incapacità di spaziare.
· Travisamento, distorsione, proiezione, autoriferimento.
· Rapporto disturbato con il proprio corpo, difficoltà di strutturazione del senso di identità.
· Fuga ed esitamento dei problemi.
· Iperproduzione immaginativa e/o ripetitività fantastica, fantasticherie. Presenza reattive e difensiva del meccanismo di razionalizzazione.
· Difficoltà di cambiamento nonostante l’impegno volontario.
· Confronto con gli altri, competitività repressa, rimossa, compensata, mascheramento di sé.
· Vanità, esibizionismo, per lo più repressi, rimossi o compensati per paura, per insicurezza. Senso di colpa, senso di inferiorità, di incomprensione.
· Tendenza a guardarsi intorno in modo circospetto, paure e timidezza sotto lo sguardo altrui; difficoltà a fissare gli altri negli occhi, sguardo sfuggente, senso di sfida reattivo.
· Invidia, autosqualifica, squalifica e/o ipervalutazione degli altri.
· Difficoltà a creare punti di riferimento interni ed esterni, difficoltà a concentrarsi.
· Repressione dei sentimenti e/o scarsa capacità di gestione delle emozioni e delle reazioni neurovegetative, comportamentali, accresciuti dai vissuti, dal vedere o essere guardati.
· Sfiducia verso gli altri, difficoltà nei contatti sociali e nelle relazioni interpersonali.
· Blocco oculare parziale: affezioni visive, difficoltà di accomodamento, di focalizzazione, incapacità di spaziare.
· Travisamento, distorsione, proiezione, autoriferimento.
· Rapporto disturbato con il proprio corpo, difficoltà di strutturazione del senso di identità.
Il segmento oculare corazzato si evidenzia da uno sguardo piatto, vuoto, fisso, dall’immobilità delle palpebre, della fronte, del cuoio capelluto, da una fissità ai lati del naso, dalla difficoltà al pianto, dall’impossibilità di spalancare gli occhi o di seguire un oggetto in movimento, dalla protrusione dei bulbi oculari. Il tipico sguardo vuoto dello schizofrenico è dovuto ad una grave corazza di questo segmento.
Un certo grado di corazza oculare è presente praticamente in tutti e quando si aggrava oltre un certo grado possono subentrare fenomeni psicotici.
E’ il segmento che contiene il cervello, deputato alla coordinazione di tutte le funzioni vitali. L’influenza di tutte le psicoterapie si esercita a questo livello, compresa l’analisi del carattere. Dal punto di vista della prassi orgonoterapeutica, si invita il paziente a mobilizzare le parti bloccate, gli si chiede di muovere gli occhi, spesso seguendo una penna luminosa, senza bloccare la respirazione. In poche parole si fa in modo che le emozioni (di solito un’enorme paura e una lucida rabbia) vengano prima percepite e poi espresse. Agendo in questo modo la persona acquisisce, tra l’altro, la consapevolezza di essere in grado di fronteggiare le proprie paure, magari per la prima volta nella vita. Questa esperienza porta, gradualmente, ad un’aumentata fiducia in sè stessi e ad un’espansione non solo del segmento in questione ma di tutto il biosistema. Mantenere l’organismo in uno stato espanso è lo strumento principale per fronteggiare lo stato di contrazione cronico indotto dalla corazza.
Solitamente alla fine della seduta gli occhi sono più brillanti ed “aperti”. Il pensiero più lucido ed acuto e, spesso, viene riferito un miglioramento della capacità visiva.
Un certo grado di corazza oculare è presente praticamente in tutti e quando si aggrava oltre un certo grado possono subentrare fenomeni psicotici.
E’ il segmento che contiene il cervello, deputato alla coordinazione di tutte le funzioni vitali. L’influenza di tutte le psicoterapie si esercita a questo livello, compresa l’analisi del carattere. Dal punto di vista della prassi orgonoterapeutica, si invita il paziente a mobilizzare le parti bloccate, gli si chiede di muovere gli occhi, spesso seguendo una penna luminosa, senza bloccare la respirazione. In poche parole si fa in modo che le emozioni (di solito un’enorme paura e una lucida rabbia) vengano prima percepite e poi espresse. Agendo in questo modo la persona acquisisce, tra l’altro, la consapevolezza di essere in grado di fronteggiare le proprie paure, magari per la prima volta nella vita. Questa esperienza porta, gradualmente, ad un’aumentata fiducia in sè stessi e ad un’espansione non solo del segmento in questione ma di tutto il biosistema. Mantenere l’organismo in uno stato espanso è lo strumento principale per fronteggiare lo stato di contrazione cronico indotto dalla corazza.
Solitamente alla fine della seduta gli occhi sono più brillanti ed “aperti”. Il pensiero più lucido ed acuto e, spesso, viene riferito un miglioramento della capacità visiva.
Segni e Sintomi
Le cefalee frontali sono un effetto del sollevamento cronico delle ciglia inteso ad esprimere angoscia o sorpresa. Le cefalee occipitali sono dovute ad uno spasmo dei muscoli occipitali. I sintomi di capogiro sono causati dall’insufficiente corazzatura, che permette il movimento di più energia di quanta ne può essere tollerata. La miopia, il presbitismo, la sordità, eccetera, sono assai legati al corazzamento del segmento oculare, e lo stesso vale per l’incapacità di sentire gli odori. Allo stesso modo crediamo che disturbi specifici come l’orzaiolo, la congiuntivite, la sinusite eccetera, possano essere connessi al corazzamento del segmento oculare. Si verificheranno spesso quando i sentimenti vengono trattenuti, in particolare quando è trattenuto il pianto.
Le cefalee frontali sono un effetto del sollevamento cronico delle ciglia inteso ad esprimere angoscia o sorpresa. Le cefalee occipitali sono dovute ad uno spasmo dei muscoli occipitali. I sintomi di capogiro sono causati dall’insufficiente corazzatura, che permette il movimento di più energia di quanta ne può essere tollerata. La miopia, il presbitismo, la sordità, eccetera, sono assai legati al corazzamento del segmento oculare, e lo stesso vale per l’incapacità di sentire gli odori. Allo stesso modo crediamo che disturbi specifici come l’orzaiolo, la congiuntivite, la sinusite eccetera, possano essere connessi al corazzamento del segmento oculare. Si verificheranno spesso quando i sentimenti vengono trattenuti, in particolare quando è trattenuto il pianto.
Il segmento orale
Il segmento orale comprende la bocca, il mento, la gola, la muscolatura occipitale (nuca superiore).
Le labbra possono essere eccessivamente carnose o presentarsi perennemente contratte, non è raro incontrare una ipertrofia dei masseteri. Contiene emozioni molto intense ed antiche quali il mordere rabbioso, il succhiare avidamente, il gridare. Il riflesso del vomito riesce a smobilizzare questo segmento, anche se, spesso, è necessario che altri segmenti siano liberi affinchè le emozioni qui contenute possano essere espresse. Ad esempio l’impulso al pianto irrefrenabile richiede la partecipazione dei primi tre, a volte quattro segmenti.
Le labbra possono essere eccessivamente carnose o presentarsi perennemente contratte, non è raro incontrare una ipertrofia dei masseteri. Contiene emozioni molto intense ed antiche quali il mordere rabbioso, il succhiare avidamente, il gridare. Il riflesso del vomito riesce a smobilizzare questo segmento, anche se, spesso, è necessario che altri segmenti siano liberi affinchè le emozioni qui contenute possano essere espresse. Ad esempio l’impulso al pianto irrefrenabile richiede la partecipazione dei primi tre, a volte quattro segmenti.
Tendenze disfunzionali
· Distruttività manifesta o latente, competitività, autoinganno; presenza o meno di compensazioni aggressive positive e autoaffermazione.
· Tendenze egoistiche, scarso contatto con i bisogni degli altri, difficoltà ad esprimere affetto, bisogno di dipendenza, scarsa autonomia.
· Scarsa assertività e intraprendenza e/o iperattivismo superficiale e immaturo.
· Ossessività, cupidigia, avarizia, oppure prodigalità irrazionale, sperpero incontrollato, oppure volitività moderata.
· Inibizione del pianto, della rabbia, delle manifestazioni di affetto, di amore, di tenerezza.
· Insoddisfazione, pessimismo, depressione, fuga dagli impegni o evitamento dei problemi.
· Vittimismo o colpevolizzaizone degli altri, autogiustificazione.
· Costruzione di falsi bisogni e desideri, richieste compensatorie.
· Rifiuto degli altri, rivalsa, ipocrisia, sorriso stereotipato, artificioso, contratto. Difficoltà al contatto fisico, ansia nella relazione. Atteggiamenti e relazioni immature o non durevoli.
· Atteggiamenti di sfida, di difesa intellettuale e rigidità razionale come forme reattive.
· Nervosismo, rabbia, scontrosità, oppure accettazione passiva, buonismo doveristico per rimozione dei conflitti, per rinuncia all’autoaffermazione. Difficoltà a dire si o dire no nelle circostanze opportune.
· Desiderio rimosso di potere e contemporaneamente senso di impotenza; stati di frustrazione. Presenza di modestia e di immodestia.
· Creazione di forti ideali dell’io e conseguente senso di sconfitta per incapacità di realizzazione dei modelli genitoriali e delle richieste implicite o indirette.
· Ricorso alla volontà o alla passività, atteggiamenti velleitari.
· Contestazione, ribellione, protesta, oppure accettazione passiva.
· Verbalizzazione, enfasi, ipercritica o incapacità di esprimersi verbalmente, di comunicare le proprie opinioni, taciturnità.
· Tendenza alla tensione dei muscoli del viso, della nuca, del collo.
· Tendenze egoistiche, scarso contatto con i bisogni degli altri, difficoltà ad esprimere affetto, bisogno di dipendenza, scarsa autonomia.
· Scarsa assertività e intraprendenza e/o iperattivismo superficiale e immaturo.
· Ossessività, cupidigia, avarizia, oppure prodigalità irrazionale, sperpero incontrollato, oppure volitività moderata.
· Inibizione del pianto, della rabbia, delle manifestazioni di affetto, di amore, di tenerezza.
· Insoddisfazione, pessimismo, depressione, fuga dagli impegni o evitamento dei problemi.
· Vittimismo o colpevolizzaizone degli altri, autogiustificazione.
· Costruzione di falsi bisogni e desideri, richieste compensatorie.
· Rifiuto degli altri, rivalsa, ipocrisia, sorriso stereotipato, artificioso, contratto. Difficoltà al contatto fisico, ansia nella relazione. Atteggiamenti e relazioni immature o non durevoli.
· Atteggiamenti di sfida, di difesa intellettuale e rigidità razionale come forme reattive.
· Nervosismo, rabbia, scontrosità, oppure accettazione passiva, buonismo doveristico per rimozione dei conflitti, per rinuncia all’autoaffermazione. Difficoltà a dire si o dire no nelle circostanze opportune.
· Desiderio rimosso di potere e contemporaneamente senso di impotenza; stati di frustrazione. Presenza di modestia e di immodestia.
· Creazione di forti ideali dell’io e conseguente senso di sconfitta per incapacità di realizzazione dei modelli genitoriali e delle richieste implicite o indirette.
· Ricorso alla volontà o alla passività, atteggiamenti velleitari.
· Contestazione, ribellione, protesta, oppure accettazione passiva.
· Verbalizzazione, enfasi, ipercritica o incapacità di esprimersi verbalmente, di comunicare le proprie opinioni, taciturnità.
· Tendenza alla tensione dei muscoli del viso, della nuca, del collo.
Segni e Sintomi
Si può osservare un sogghigno stupido, un sorriso sarcastico, o un ghigno sprezzante, oppure la bocca può apparire triste o anche dura e crudele. Il mento può essere cedevole, piatto, oppure proteso in avanti. Una mascella serrata provoca una voce monotona e contenuta. Una gola serrata dà luogo ad una voce piagnucolosa, acuta e debole e ad un respiro rauco. La bocca può essere secca oppure con salivazione eccessiva. In genere il segmento orale trattiene con collera ciò che riguarda il mordere, il gridare, il piangere, il succhiare, e il fare smorfie.
Il suono emerge meccanicamente, ma manca di espressione e vibrazione finchè la mascella è rigida. La rabbia trattenuta è molto spesso connessa alla mascella. Spesso le persone hanno bisogno di avere conati di vomito e di tossire per liberare i sentimenti che hanno “inghiottito”.
Le emicranie sono state associate alla tensione presente nella mascella. Ogni tipo di problemi di denti e gengive è collegato a emozioni represse. Tosse e raffreddare possono far parte di un processo repressivo o liberatorio in questa zona.
Si può osservare un sogghigno stupido, un sorriso sarcastico, o un ghigno sprezzante, oppure la bocca può apparire triste o anche dura e crudele. Il mento può essere cedevole, piatto, oppure proteso in avanti. Una mascella serrata provoca una voce monotona e contenuta. Una gola serrata dà luogo ad una voce piagnucolosa, acuta e debole e ad un respiro rauco. La bocca può essere secca oppure con salivazione eccessiva. In genere il segmento orale trattiene con collera ciò che riguarda il mordere, il gridare, il piangere, il succhiare, e il fare smorfie.
Il suono emerge meccanicamente, ma manca di espressione e vibrazione finchè la mascella è rigida. La rabbia trattenuta è molto spesso connessa alla mascella. Spesso le persone hanno bisogno di avere conati di vomito e di tossire per liberare i sentimenti che hanno “inghiottito”.
Le emicranie sono state associate alla tensione presente nella mascella. Ogni tipo di problemi di denti e gengive è collegato a emozioni represse. Tosse e raffreddare possono far parte di un processo repressivo o liberatorio in questa zona.
Il segmento cervicale
Il segmento cervicale comprende la muscolatura bassa del collo superficiale e profonda, il muscolo platisma, la lingua e i muscoli sternocleidomastoidei. Trattiene rabbia e pianto e conferisce un aspetto altero, di distacco dal resto del proprio corpo (emozioni). E’ frequente osservare come le emozioni vengano letteralmente inghiottite. Anche qui il riflesso del vomito allenta la corazza e consente alle emozioni di emergere.
Tendenze disfunzionali
· Strutturazione di difese rigide, egocentrismo, individualismo, narcisismo, esibizionismo, competitività, sfida manifesta o rimossa, oppure prevalenza di comportamenti passivi e rinunciatari.
· Controllo razionale, inibizione dell’io, delle emozioni, tendenza a non perdere la testa.
· Strutturazione di un super-io doveristico, rigido, moralistico. Sentimenti di ambivalenza, atteggiamenti di autocontrollo.
· Orgoglio, vanità, desiderio di potere per lo più rimossi e/o compensati da atteggiamenti di modestia.
· Difficoltà di obbiettività, inclinazione alla critica, al rifiuto, al distacco dagli altri, alla superbia o all’umiltà, al cedimento o all’irrigidimento intellettuale e psicologico.
· Testardaggine o incapacità di mantenere una posizione con determinazione.
· Inclinazione a dare importanza al giudizio esteriore, ad essere sempre a posto di fronte agli altri, a non mostrare aspetti o atteggiamenti ritenuti disdicevoli o inferiori socialmente. Inclinazione a mostrare il meglio di sé e paura di non riuscire.
· Arroganza, presunzione, megalomania, oppure umiltà o squalifica degli altri, disistima di sé, ambizioni manifeste o rimosse.
· Bisogno di affetto, di amore e contemporanea difficoltà a esprimere sentimenti. Scissione relativa tra testa-razionalità e corpo-istinto-pulsione.
· Difficoltà di dare, di andare verso gli altri, di concedersi, di stabilire un rapporto caldo e spontaneo.
· Strumentalizzaione degli altri o incapacità a imporsi. Incapacità di riconoscere i propri difetti ed errori, o tendenza a colpevolizzarsi.
· Rigidità dell’io, dei muscoli del collo e delle spalle, frequenza di affezioni cervicali.
· Ostentazione o mascheramento. Presa di posizione rigide o paura di esporsi.
· Conformazione a ideali esteriori, rigidi, stereotipati, a modelli e convinzioni sociali e a ideologie autoritaristiche o libertarie.
· Distacco emotivo, non coinvolgimento relazionale, senso di superiorità o di inferiorità.
Tendenze disfunzionali
· Strutturazione di difese rigide, egocentrismo, individualismo, narcisismo, esibizionismo, competitività, sfida manifesta o rimossa, oppure prevalenza di comportamenti passivi e rinunciatari.
· Controllo razionale, inibizione dell’io, delle emozioni, tendenza a non perdere la testa.
· Strutturazione di un super-io doveristico, rigido, moralistico. Sentimenti di ambivalenza, atteggiamenti di autocontrollo.
· Orgoglio, vanità, desiderio di potere per lo più rimossi e/o compensati da atteggiamenti di modestia.
· Difficoltà di obbiettività, inclinazione alla critica, al rifiuto, al distacco dagli altri, alla superbia o all’umiltà, al cedimento o all’irrigidimento intellettuale e psicologico.
· Testardaggine o incapacità di mantenere una posizione con determinazione.
· Inclinazione a dare importanza al giudizio esteriore, ad essere sempre a posto di fronte agli altri, a non mostrare aspetti o atteggiamenti ritenuti disdicevoli o inferiori socialmente. Inclinazione a mostrare il meglio di sé e paura di non riuscire.
· Arroganza, presunzione, megalomania, oppure umiltà o squalifica degli altri, disistima di sé, ambizioni manifeste o rimosse.
· Bisogno di affetto, di amore e contemporanea difficoltà a esprimere sentimenti. Scissione relativa tra testa-razionalità e corpo-istinto-pulsione.
· Difficoltà di dare, di andare verso gli altri, di concedersi, di stabilire un rapporto caldo e spontaneo.
· Strumentalizzaione degli altri o incapacità a imporsi. Incapacità di riconoscere i propri difetti ed errori, o tendenza a colpevolizzarsi.
· Rigidità dell’io, dei muscoli del collo e delle spalle, frequenza di affezioni cervicali.
· Ostentazione o mascheramento. Presa di posizione rigide o paura di esporsi.
· Conformazione a ideali esteriori, rigidi, stereotipati, a modelli e convinzioni sociali e a ideologie autoritaristiche o libertarie.
· Distacco emotivo, non coinvolgimento relazionale, senso di superiorità o di inferiorità.
Segni e Sintomi
Le principali indicazioni della corazza in questo segmento sono un continuo inghiottire, mutamenti di voce, respiro rauco, tosse, la sensazione di un groppo alla gola, e sensazioni di soffocamento.
Le principali indicazioni della corazza in questo segmento sono un continuo inghiottire, mutamenti di voce, respiro rauco, tosse, la sensazione di un groppo alla gola, e sensazioni di soffocamento.
Il segmento toracico
Il segmento toracico comprende tutti i muscoli intercostali, i grandi muscoli pettorali, i muscoli delle spalle (deltoidi) e il gruppo di muscoli situato sulle e tra le scapole.
Il segmento toracico è uno dei più importanti, anzi di solito è il primo ad essere trattato. Appare quasi sempre in posizione inspiratoria, tenuto alto, accompagnata da incapacità di espirazione piena e naturale. I muscoli intercostali sono contratti (solletico), quelli della schiena e fra le scapole dolenti, contratti ed ipersensibili. Il torace del militare sull’attenti è un calzante esempio di corazza di questo segmento. Le emozioni trattenute sono: pianto straziante, desiderio ardente, rabbia selvaggia. Importanti patologie internistiche quali ipertensione e asma sono dovute alla corazza di questo segmento. Le braccia ne sono funzionalmente un’estensione.
Il segmento toracico è uno dei più importanti, anzi di solito è il primo ad essere trattato. Appare quasi sempre in posizione inspiratoria, tenuto alto, accompagnata da incapacità di espirazione piena e naturale. I muscoli intercostali sono contratti (solletico), quelli della schiena e fra le scapole dolenti, contratti ed ipersensibili. Il torace del militare sull’attenti è un calzante esempio di corazza di questo segmento. Le emozioni trattenute sono: pianto straziante, desiderio ardente, rabbia selvaggia. Importanti patologie internistiche quali ipertensione e asma sono dovute alla corazza di questo segmento. Le braccia ne sono funzionalmente un’estensione.
Tendenze disfunzionali
· Scissione tra razionalità ed emozioni, difficoltà di partecipazione e scarso contatto con la vita degli altri, oppure con una forte risonanza interiore.
· Difficoltà di autocritica oppure responsabilizzazione eccessiva.
· Difficoltà nell’instaurazione di relazioni autentiche, volubilità dispersiva o bisogno di contatto inespressi.
· Invidia, gelosia, dipendenza affettiva, incapacità di espandersi, di dare, di ricevere, oppure sentimentalismo.
· Rabbia, ambivalenza, insoddisfazione, depressione, ansia, oppure remissione, repressione o contrazione delle emozioni.
· Ostentazione, presunzione, arroganza o nascondimento dell’io.
· Individualismo, non cooperazione, rapporto meccanicistico o non partecipazione coinvolgente.
· Difficoltà di autocritica oppure responsabilizzazione eccessiva.
· Difficoltà nell’instaurazione di relazioni autentiche, volubilità dispersiva o bisogno di contatto inespressi.
· Invidia, gelosia, dipendenza affettiva, incapacità di espandersi, di dare, di ricevere, oppure sentimentalismo.
· Rabbia, ambivalenza, insoddisfazione, depressione, ansia, oppure remissione, repressione o contrazione delle emozioni.
· Ostentazione, presunzione, arroganza o nascondimento dell’io.
· Individualismo, non cooperazione, rapporto meccanicistico o non partecipazione coinvolgente.
Segni e Sintomi
Un torace corazzato esprime fondamentalmente restrizione e auto-controllo e darà la sensazione di non essere scosso o toccato dagli eventi. Dove non c’è corazza, i movimenti espressivi del torace e delle braccia danno un senso di libertà e allegria. La corazza tipica è una cronica espansione inspiratoria, come se dopo aver fatto un respiro molto profondo non lo si lasciasse venir fuori, e può essere accompagnato da elevata pressione sanguigna, palpitazione e angoscia. Protratto per lungo tempo, può sviluppare una disposizione per la tubercolosi e la polmonite, oppure verificarsi una dilatazione del cuore. Per il paziente con torace corazzato, l’ira è fredda, il pianto poco virile, e il desiderio fiacco. Le donne corazzate in questo segmento hanno i seni privi di sensibilità e sono disgustate dall’allattamento. L’angoscia connessa può essere fatta uscire premendo sul torace e facendo strillare il paziente.
Un torace corazzato esprime fondamentalmente restrizione e auto-controllo e darà la sensazione di non essere scosso o toccato dagli eventi. Dove non c’è corazza, i movimenti espressivi del torace e delle braccia danno un senso di libertà e allegria. La corazza tipica è una cronica espansione inspiratoria, come se dopo aver fatto un respiro molto profondo non lo si lasciasse venir fuori, e può essere accompagnato da elevata pressione sanguigna, palpitazione e angoscia. Protratto per lungo tempo, può sviluppare una disposizione per la tubercolosi e la polmonite, oppure verificarsi una dilatazione del cuore. Per il paziente con torace corazzato, l’ira è fredda, il pianto poco virile, e il desiderio fiacco. Le donne corazzate in questo segmento hanno i seni privi di sensibilità e sono disgustate dall’allattamento. L’angoscia connessa può essere fatta uscire premendo sul torace e facendo strillare il paziente.
Il segmento diaframmatico
Il segmento diaframmatico comprende il diaframma e gli organi che si trovano sotto di lui: lo stomaco, il fegato, il plesso solare con il pancreas, il fegato e i due fasci muscolari ben visibili lungo la spina dorsale a livello della decima-dodicesima vertebra toracica. (include il diaframma e gli organi sotto di esso. Include un anello contrattile sopra l’epigastrio, e la parte terminale inferiore dello sterno, comprende le costole inferiori della decima, undicesima, dodicesima vertebra toracica. Contiene il diaframma, lo stomaco, il plesso solare, il pancreas, il fegato, la cistifellea, il duodeno, i reni, e due muscoli che circondano le vertebre toraciche inferiori. L’armatura è espressa dalla lordosi della colonna vertebrale. L’espirazione avviene con sforzo e l’addome si gonfia.
È evidenziato da una contrazione a livello dell’epigastrio, della parte terminale dello sterno e delle ultime costole e delle inserzioni diaframmatiche posteriori a livello della decima, undicesima e dodicesima vertebra toracica. Produce lordosi della colonna vertebrale. Il movimento diaframmatico è bloccato ed il funzionamento degli organi è compromesso. È un segmento molto importante nel processo di scorrazzamento e difficile da scorazzare. Divide in due l’organismo, la parte “alta” da quella “bassa”.
È evidenziato da una contrazione a livello dell’epigastrio, della parte terminale dello sterno e delle ultime costole e delle inserzioni diaframmatiche posteriori a livello della decima, undicesima e dodicesima vertebra toracica. Produce lordosi della colonna vertebrale. Il movimento diaframmatico è bloccato ed il funzionamento degli organi è compromesso. È un segmento molto importante nel processo di scorrazzamento e difficile da scorazzare. Divide in due l’organismo, la parte “alta” da quella “bassa”.
Tendenze disfunzionali
· Contrazione e non contatto con la parte istintuale-viscerale e con le emozioni ad essa connesse.
· Riduzione della mobilità diaframmatica come segno di ansia, di chiusura e di non comunicazione tra l’alto e il basso, tra la testa e il corpo.
· Comportamento masochistico, paura del dolore, paura di tutto ciò che è nuovo e sconosciuto.
· Paura della punizione, difficoltà a lasciarsi andare, tendenza alla sopportazione o al contrario all’intolleranza, alla implosione o alla esplosione distruttiva.
· Difficoltà nell’abbandonarsi al piacere, alla gioia, alla sessualità.
· Difficoltà di autoaccettazione, nel manifestare amore, e ad entrare in contatto con il mondo.
· Ansia generale per tendenza cronica alla contrazione diaframmatica.
· Instabilità emozionale.
· Senso del dovere o, al contrario, atteggiamenti di deresponsabilizzazione.
· Riduzione della mobilità diaframmatica come segno di ansia, di chiusura e di non comunicazione tra l’alto e il basso, tra la testa e il corpo.
· Comportamento masochistico, paura del dolore, paura di tutto ciò che è nuovo e sconosciuto.
· Paura della punizione, difficoltà a lasciarsi andare, tendenza alla sopportazione o al contrario all’intolleranza, alla implosione o alla esplosione distruttiva.
· Difficoltà nell’abbandonarsi al piacere, alla gioia, alla sessualità.
· Difficoltà di autoaccettazione, nel manifestare amore, e ad entrare in contatto con il mondo.
· Ansia generale per tendenza cronica alla contrazione diaframmatica.
· Instabilità emozionale.
· Senso del dovere o, al contrario, atteggiamenti di deresponsabilizzazione.
Segni e Sintomi
I sintomi sono disturbi nervosi dello stomaco, nausea più o meno costante con impossibilità di vomitare, ulcera peptica, disturbi della cistifellea, affezioni del fegato, e diabete. I più importanti organi addominali sono presso il diaframma, e il blocco determina numerose malattie psicosomatiche.
Questo segmento trattiene una collera violenta e crudele.
I sintomi sono disturbi nervosi dello stomaco, nausea più o meno costante con impossibilità di vomitare, ulcera peptica, disturbi della cistifellea, affezioni del fegato, e diabete. I più importanti organi addominali sono presso il diaframma, e il blocco determina numerose malattie psicosomatiche.
Questo segmento trattiene una collera violenta e crudele.
Il segmento addominale
Il segmento addominale comprende il ventre e sulla schiena, le ultime parti dei muscoli che corrono lungo la colonna vertebrale. (muscoli larghi dell’addome, il retto, il traverso dell’addome, e i muscoli del dorso (latissimus dorsi e sacro spinalis).
La corazza del segmento addominale è dovuta alla contrazione spastica dei muscoli retti anteriori e dei traversi e, posteriormente, dall’inserzione bassa del gran dorsale e dei muscoli vicini. I muscoli sono spesso incordati e molto sensibili. Lo scorrazzamento del segmento non presenta particolari difficoltà.
La corazza del segmento addominale è dovuta alla contrazione spastica dei muscoli retti anteriori e dei traversi e, posteriormente, dall’inserzione bassa del gran dorsale e dei muscoli vicini. I muscoli sono spesso incordati e molto sensibili. Lo scorrazzamento del segmento non presenta particolari difficoltà.
Tendenze disfunzionali
· Corazzamento cronico della zona addominale come espressione della tensione costante.
· Creazione di una barriera che impedisce l’energetizzazione del settimo segmento e quindi la possibilità di abbandonarsi.
· Blocco parziale della genitalità e della sessualità con difficoltà di contatto spontaneo. Contatto meccanico, sessualità opportunista o fallico-narcisistica.
· Bacino contratto o aggressivo fallico.
· Presenza di sentimenti di ostilità, di rifiuto, di distruttività.
· Difficoltà di abbandonarsi alla tenerezza, alla gioia, al piacere. Stati di insoddisfazioni.
· Difficoltà di trasformazione e di maturazione interiore.
· Tendenza al rapporto arido, con scarsa capacità di comunicazione e di relazione autentica.
· Creazione di una barriera che impedisce l’energetizzazione del settimo segmento e quindi la possibilità di abbandonarsi.
· Blocco parziale della genitalità e della sessualità con difficoltà di contatto spontaneo. Contatto meccanico, sessualità opportunista o fallico-narcisistica.
· Bacino contratto o aggressivo fallico.
· Presenza di sentimenti di ostilità, di rifiuto, di distruttività.
· Difficoltà di abbandonarsi alla tenerezza, alla gioia, al piacere. Stati di insoddisfazioni.
· Difficoltà di trasformazione e di maturazione interiore.
· Tendenza al rapporto arido, con scarsa capacità di comunicazione e di relazione autentica.
Segni e Sintomi
I fianchi corazzati producono prurigine, e trattengono rancore.
I fianchi corazzati producono prurigine, e trattengono rancore.
Il segmento pelvico
Il segmento pelvico comprende praticamente tutti i muscoli della pelvi, i glutei, l’ano, i genitali e gli adduttori superficiali e profondi delle cosce.
Il bacino appare rigido, senza vita. Ogni sorta di patologia a carico degli organi di questo distretto insorge in seguito al suo corazzamento cronico.
Emozionalmente sono contenuti ansia edipica e rabbia sadica sia di tipo anale che di tipo fallico. Un genuino piacere sessuale non può essere provato finchè la corazza pelvica permane. Per l’alto contenuto emozionale ed energetico qui trattenuti il segmento pelvico viene, solitamente, trattato per ultimo. Un organismo cronicamente corazzato non sarebbe in grado di metabolizzare adeguatamente l’improvviso irrompere di questa enorme quantità di energia se non gli si concede la possibilità di adattarsi gradualmente ad una accresciuta vitalità bio-emozionale. Questo è ottenibile solamente con lo scorrazzamento graduale dei vari segmenti secondo un ordine ben preciso che va dal primo, quello oculare, al settimo. Una tale procedura non è arbitraria, ma segue la direzione del flusso energetico. Se la pelvi fosse trattata prematuramente, l’energia andrebbe a scontrarsi immediatamente con il segmento oculare, di cui abbiano già sottolineato l’importanza e che, se ancora corazzato, potrebbe dare luogo a fenomeni psicotici e che, comunque, non sarebbe in grado di integrare tutta questa energia così carica emozionalmente nel funzionamento unitario dell’organismo.
Il bacino appare rigido, senza vita. Ogni sorta di patologia a carico degli organi di questo distretto insorge in seguito al suo corazzamento cronico.
Emozionalmente sono contenuti ansia edipica e rabbia sadica sia di tipo anale che di tipo fallico. Un genuino piacere sessuale non può essere provato finchè la corazza pelvica permane. Per l’alto contenuto emozionale ed energetico qui trattenuti il segmento pelvico viene, solitamente, trattato per ultimo. Un organismo cronicamente corazzato non sarebbe in grado di metabolizzare adeguatamente l’improvviso irrompere di questa enorme quantità di energia se non gli si concede la possibilità di adattarsi gradualmente ad una accresciuta vitalità bio-emozionale. Questo è ottenibile solamente con lo scorrazzamento graduale dei vari segmenti secondo un ordine ben preciso che va dal primo, quello oculare, al settimo. Una tale procedura non è arbitraria, ma segue la direzione del flusso energetico. Se la pelvi fosse trattata prematuramente, l’energia andrebbe a scontrarsi immediatamente con il segmento oculare, di cui abbiano già sottolineato l’importanza e che, se ancora corazzato, potrebbe dare luogo a fenomeni psicotici e che, comunque, non sarebbe in grado di integrare tutta questa energia così carica emozionalmente nel funzionamento unitario dell’organismo.
Tendenze disfunzionali
· Utilizzazione egoistica e strumentale degli altri.
· Pseudo-genitalità e difficoltà ad abbandonarsi.
· Rabbia trattenuta e atteggiamenti distruttivi.
· Passività, senso di impotenza, di inferiorità o inclinazione al produttivismo come ipercarica energetica e come reazione all’incapacità di abbandono.
· Scarsa creatività e volitività oppure bisogno di emergere e di realizzarsi materialmente.
· Bisogno di tenerezza e di contatto fisico rimossi. Difficoltà di relazione, di comunicazione autentica.
· Insicurezza sessuale, difficoltà a lasciarsi andare al piacere, alla tenerezza, alle emozioni per la presenza di ostilità repressa.
· Tensione e contrazione globale del bacino.
· Difficoltà di autoregolazione, di autogestione delle proprie potenzialità ed energie per ingerenza del super-io.
· Pseudo-genitalità e difficoltà ad abbandonarsi.
· Rabbia trattenuta e atteggiamenti distruttivi.
· Passività, senso di impotenza, di inferiorità o inclinazione al produttivismo come ipercarica energetica e come reazione all’incapacità di abbandono.
· Scarsa creatività e volitività oppure bisogno di emergere e di realizzarsi materialmente.
· Bisogno di tenerezza e di contatto fisico rimossi. Difficoltà di relazione, di comunicazione autentica.
· Insicurezza sessuale, difficoltà a lasciarsi andare al piacere, alla tenerezza, alle emozioni per la presenza di ostilità repressa.
· Tensione e contrazione globale del bacino.
· Difficoltà di autoregolazione, di autogestione delle proprie potenzialità ed energie per ingerenza del super-io.
Segni e Sintomi
I sintomi prodotti dal corazzamento pelvico sono costipazione, lombaggine, escrescenza nel retto, cisti ovariche, polipi dell’utero, tumori benigni e maligni, affezioni vaginali, irritabilità della vescica, anestesia della vagina e del pene. Nell’uomo, la bassa energia nella pelvi porta all’impotenza erettiva e all’eiaculazione precoce, e nella donna all’anestesia o vaginismo. I piedi e le gambe possono essere freddi e gonfi, con intorpidimento, sensazioni di formicolio, e varicosi. Questo segmento contiene angoscia e collera.
I sintomi prodotti dal corazzamento pelvico sono costipazione, lombaggine, escrescenza nel retto, cisti ovariche, polipi dell’utero, tumori benigni e maligni, affezioni vaginali, irritabilità della vescica, anestesia della vagina e del pene. Nell’uomo, la bassa energia nella pelvi porta all’impotenza erettiva e all’eiaculazione precoce, e nella donna all’anestesia o vaginismo. I piedi e le gambe possono essere freddi e gonfi, con intorpidimento, sensazioni di formicolio, e varicosi. Questo segmento contiene angoscia e collera.
Ogni segmento, inoltre, è composto da tre strati che, dal più superficiale dal più profondo, sono:
– la facciata
– lo strato secondario o intermedio
– il nucleoLa facciata o strato superficiale è l’aspetto di sè che la persona offre al mondo, l’adattamento sociale finale prodotto dal processo di scorrazzamento. E’ il regno della superficialità, dell’assenza di un contatto vero e profondo con sè e con gli altri. Quello che viene definito il “contatto sostitutivo”.
Lo strato intermedio contiene tutte quelle emozioni distruttive e perverse che sono il risultato dell’inibizione della gratificazione dei bisogni naturali. E’ l’immensa palude dello strato secondario, ciò che, metaforicamente viene chiamato il Male, il Diavolo, ciò che deve essere celato al mondo e a noi stessi.
Quando un impulso naturale trova uno sbarramento al proprio soddisfacimento cerca di “forzare il blocco” e diventa distruttivo. Qualunque espressione naturale, in presenza di corazza, si trasforma in un moto di aggressività patologica.
Quando i paziente entra in pieno contatto con questa sua parte di solito cade in uno stato di sconforto e di disperazione, sente che, per lui, questa è la sua vera natura, l’intima essenza del suo essere, anche se questo non è vero.
Oltre lo strato secondario è presente un terzo strato, dimenticato e ripudiato da molto tempo:
Il nucleo naturale della persona, la struttura naturale, profondamente razionale, dalla cui coartazione prendono vita gli altri due, quello secondario, come espressione immediata al blocco dell’espressione vitale primaria e la facciata quale risultato della ulteriore repressione delle pulsioni patologiche e distorte dello strato intermedio.
– la facciata
– lo strato secondario o intermedio
– il nucleoLa facciata o strato superficiale è l’aspetto di sè che la persona offre al mondo, l’adattamento sociale finale prodotto dal processo di scorrazzamento. E’ il regno della superficialità, dell’assenza di un contatto vero e profondo con sè e con gli altri. Quello che viene definito il “contatto sostitutivo”.
Lo strato intermedio contiene tutte quelle emozioni distruttive e perverse che sono il risultato dell’inibizione della gratificazione dei bisogni naturali. E’ l’immensa palude dello strato secondario, ciò che, metaforicamente viene chiamato il Male, il Diavolo, ciò che deve essere celato al mondo e a noi stessi.
Quando un impulso naturale trova uno sbarramento al proprio soddisfacimento cerca di “forzare il blocco” e diventa distruttivo. Qualunque espressione naturale, in presenza di corazza, si trasforma in un moto di aggressività patologica.
Quando i paziente entra in pieno contatto con questa sua parte di solito cade in uno stato di sconforto e di disperazione, sente che, per lui, questa è la sua vera natura, l’intima essenza del suo essere, anche se questo non è vero.
Oltre lo strato secondario è presente un terzo strato, dimenticato e ripudiato da molto tempo:
Il nucleo naturale della persona, la struttura naturale, profondamente razionale, dalla cui coartazione prendono vita gli altri due, quello secondario, come espressione immediata al blocco dell’espressione vitale primaria e la facciata quale risultato della ulteriore repressione delle pulsioni patologiche e distorte dello strato intermedio.
BIBLIOGRAFIA
Baker E., L’uomo nella trappola, Ed Astrolabio
Mattei E., Craia V., Il corpo e la vergogna, Edizioni Scientifiche Magi
Totton N., Edmondson E., Terapia reichiana, Ed. Red
Mattei E., Craia V., Il corpo e la vergogna, Edizioni Scientifiche Magi
Totton N., Edmondson E., Terapia reichiana, Ed. Red